Operazione Santa Panagia, il pm chiede oltre 100 anni di reclusione
Oltre cento anni di reclusione ha invocato il pubblico ministero Filippo Norzi a conclusone della requisitoria al processo a carico dei tredici imputati coinvolti nell’operazione antidroga della squadra mobile aretusea, denominata “Santa Panagia”. Il rappresentante della pubblica accusa ha sollecitato al Gup del tribunale di Catania, Giuseppina Montuori, la condanna a 20 anni di reclusione oltre al pagamento di 60mila euro di multa a carico di Agostino Urso, ritenuto il promotore dell’attività illecita. 10 anni di reclusione ha chiesto, invece, per la moglie Carmela Falco, 8 anni per Concetto Urso e Shaila Tringali, ed ancora 12 anni ciascuno per Pasqualino Urso, Marco Campisi e Manuel Pisano, 8 anni e 4 mesi per Salvatrice Aglianò, 3 anni e 4 mesi di reclusione per Giuseppe Bronte e Vincenzo Davì, 2 anni e 8 mesi per Alfredo Caruso, 2 anni e 2 mesi per Calogero Benigno. Il pm ha, inoltre, chiesto la condanna a 2 anni e 8 mesi per il collaboratore di giustizia Emanuele Riani. La parola passa ai legali della difesa che all’udienza del 23 gennaio esporranno le proprie arringhe.
Dal novembre 2017 al novembre del 2021, gli investigatori l’hanno tenuto sotto controllo, piazzando cimici nella sua abitazione oltre che avvalersi della dichiarazione di un collaboratore di giustizia che ha spiegato loro le modalità adottate per garantire la capillarità della diffusione di droga nel capoluogo. Nel corso delle indagini è stato scoperto che gli indagati utilizzassero diversi luoghi in cui conservavano la droga, per lo più cocaina, tra viale Santa Panagia, via Algeri e persino alla Borgata Santa Lucia dove venivano custodite le partite di hashish che arrivavano da Palermo.