Pensioni e cassa integrazione, la protesta dei lavoratori edili
I lavoratori siracusani dell’edilizia in piazza a Palermo per rivendicare il diritto ad accedere realmente alla pensione dopo anni passati sulle impalcature, per la sicurezza, per il lavoro e per il rinnovo dei contratti, per una seria lotta al lavoro nero
Pensioni e ammortizzatori sono il primo punto della piattaforma unitaria, perché la fase 1 del confronto con il Governo, pur segnando alcuni avanzamenti, sconta il peccato originale di una mini riforma fatta partendo dalle risorse per giungere alle platee e non il contrario, come sarebbe stato giusto. L’Ape agevolata per gli edili ne è la prova più lampante: pur riconoscendo che i lavori non siano tutti uguali, gli atti conseguenti hanno, di fatto, svilito la sostanza, a causa di paletti enormi che consentiranno di accedere all’Ape agevolata a meno di 50 lavoratori sui 500 anziani ultrasessantenni che ancora hanno la ‘fortuna’ di stare sulle impalcature in provincia di Siracusa. Per questo l’Ape agevolata, così come è, ha il sapore di una truffa.
“Questo è un settore fatto di lavoro principalmente discontinuo, per definizione, che ha conosciuto dal 2009 ad oggi una crisi enorme, con oltre 6 mila posti di lavoro persi in provincia ed una speculare crescita di lavoro nero, grigio e sotto denuncia di ore lavorate. Tutto questo contribuisce a rendere la pensione, per un edile, semplicemente un miraggio.” dicono i segretari delle tre sigle sindacali degli edili, Corallo,Gallo e Carnevale.
E mentre si sogna la pensione, si mette a rischio la propria vita e quella dei colleghi. Basti pensare che negli ultimi anni gli infortuni mortali tra i lavoratori anziani sono cresciuti enormemente, nel 2016 il 22% del totale delle vittime aveva più di 60 anni.
E tutto questo accade mentre a Siracusa i dati del settore continuano ad essere impietosi, ancora peggiori della media nazionale. Continuiamo a perdere imprese, posti di lavoro, salari e, quindi, anche sicurezza. Dal 2008 al 2016 , – 40,35% di imprese edili, -57,85% di operai, -55,90% di massa salariale e 61,7% di ore mensili lavorate.