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Petrolchimico. Inquinamento, superperizia, indagini in corso, raffigurazioni e provocazioni

Il consulente della Procura di Siracusa per le tematiche ambientali del Polo petrolchimico siracusano, Professor Luigi Bianchi, responsabile dell’Unità Epidemiologica dell’Ambiente del Cnr di Pisa, ritorna ancora una volta prepotentemente sul problema del pericolo effettivo e collettivo. Dice a chiare lettere che il grave problema non può essere sottaciuto. Ma Bianchi va oltre. Infatti, ha scritto al nuovo procuratore della Repubblica di Siracusa Sabrina Gambino ancor prima che si insediasse. La sua reiterata richiesta è semplice. Un riconoscimento e una serie considerazione al suo lavoro, certamente dovuto, cioè la sua superperizia che sviluppa la relazione tra malattie e inquinamento del territorio industriale siracusano. Ma per la cronaca, senza voler sminuire il lavoro certosino fatto, già nel passato perizie del genere portarono il nome di Giacinto Franco, di Anselmo Madeddu e di tanti altri coraggiosi ricercatori, che si impegnarono con pochi mezzi a disposizione, giusto per rimanere a casa nostra; se poi vogliamo espanderci al di là dei confini, scopriamo che il mondo è colmo di perizie sull’insorgenza dei tumori e della correlazione con l’inquinamento in generale.

Nella premessa, manca, purtroppo, sempre la prova provata di chi ha causato i danni alla salute pubblica, perché i soggetti sotto accusa sono in astratto le industrie del Petrolchimico del quadrilatero industriale Augusta, Melilli, Priolo e Siracusa. E se nel passato con l’inchiesta Mare Rosso la Procura di Siracusa identificò e inchiodò i colpevoli della strage e del disastro ambientale che provoca la nascita dei bambini malformati, aborti e l’insorgenza di tumori perché vi era un unico soggetto identificato: le varie aziende del gruppo Eni che avevano gestito negli anni l’impianto denominato Cloro Soda, dove era il micidiale mercurio il killer che aveva provocato morte e dolore. Oggi manca la prova principe di chi, fabbrica o persona fisica ha provocato il danno, e quale tipo di veleno ha procurato cancri, tumori e le tante malattie riscontrate con la superperizia dei consulenti della Procura, nominati dal procuratore Giordano. Attività inquirente ripresa dal procuratore Fabio Scavone, il quale conferma che le indagini sull’inquinamento e i dintorni nel territorio industriale siracusano sono ancora in pieno svolgimento a tutto campo, quindi insiste il segreto istruttorio anche per il contenuto della perizia finita sotto le luce della ribalta, escludendo, per logica deduzione, ogni possibile intervento da parte del nuovo capo della Procura, se non l’accertamento di routine che sarà certamente compiuto.

Infatti, è stato proprio il procuratore Fabio Scavone che ha spiegato a lungo le tematiche della zona industriale siracusana e il raffronto con le inchieste in corso per l’inquinamento denunciato ormai in tutte le salse. Il richiamo del magistrato, è alla complessa legislazione che non ci mette in condizione di andare speditamente avanti, ma di svolgere una relazione di rapporti tra i vari consulenti e le indagini che si rapportano a volte, purtroppo, male con l’azione inquirente necessaria e valida. Bisogna capire bene dove e quando è nata la patologia che si riscontra e si denuncia. In ogni caso la Procura non cede al ricatto occupazionale ma, ha spiegato Scavone, nello stesso tempo nemmeno alla facile soluzione senza le necessarie e chiare e prove di responsabilità che uno Stato di diritto deve rispettare. Le indagini continuano in maniera capillare, senza nulla tralasciare. Questa la sintesi logica che Scavone ha voluto chiarire alla specifica domanda che gli è stata rivolta dal sottoscritto durante l’incontro con la stampa di qualche giorno fa che si è tenuto nella biblioteca della Procura.

Non è una novità che i territori dei grandi siti industriali come Taranto, Gela, Priolo, Porto Torres sono le peggiori criticità ambientali in assoluto, con maggiore danno alla salute pubblica per la popolazione residente colpita nel suo complesso in questi luoghi è purtroppo di gran lunga inferiore a quella residente in generale e colpita a macchia di leopardo.

Sin, i siti d’interesse nazionale con costi di bonifica a carico dello Stato, e i Sir, siti di interesse regionale con costi di intervento e bonifica a carico della sola Regione, dando forse un motivo razionale dell’apparentemente ingiustificabile ostinazione con la quale Stato e Regione si stanno intestardendo a continuare a negare l’ormai ampiamente documentato disastro ambientalecon l’ovvio e conseguente gravissimo danno alla salute pubblica.

Ecco provata la perfetta coincidenza delle patologie oncologiche riscontrate in eccesso come quelle riscontrate nelle varie perizie; ma nonostante ciò l’umanità sta causando danni irreparabili più preoccupanti. Secondo alcuni studi, il livello di diossina nell’atmosfera ha raggiunto più di 400 parti per milione, il livello più alto da 650 mila anni. I tassi di morte così sono centinaia di volte maggiori al normale e stanno dimostrando che gli esseri umani sono all’origine della sesta estinzione di massa, e, secondo l’OMS, sono milioni le persone che ogni anno muoiono per colpa dell’inquinamento in generale. L’inquinamento è diventato la più grave minaccia per la salute e nel 2015 ha causato 9 milioni di morti, un sesto del totale.

Un prezzo molto alto non solo in termini di vite umane, ma anche dal punto di vista economico; tra i principali responsabili di questo quadro sanitario, anche per il legame sempre più stretto tra inquinamento e cambiamento climatico, figurano i combustibili fossili. Il loro uso, sommato alla combustione della biomassa nei paesi a basso reddito, produce l’85% del particolato e una quota rilevante di altri inquinanti atmosferici. Peggio di così, solo all’inferno.

Concetto Alota

 

 

 

 

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