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Pippo Ansaldi incassa la solidarietà del partito democratico

La prima seduta del consiglio comunale è stata l’ultima anche per il consigliere Pippo Ansaldi. Ha avuto appena il tempo di leggere la formula del giuramento, di sedere tra i banchi dove solitamente si accomoda il centro sinistra, fare un intervento in sua difesa e poi amaramente constatare che per un solo voto è passata l’eccezione della maggioranza rispetto alla sua ineleggibilità.

Il prof. Ansaldi, suffragato dal parere del segretario generale del comune Danila Costa, ha spiegato perché la sua posizione sia lineare affermando che l’essere componente del Cda del consorzio per l’area marina protetta del Plemmirio non implica dipendenza da alcun ente men che meno dal Comune, visto che era in quota Libero consorzio. Ma Ferdinando Messina e molti altri del centro destra ne hanno fatto una questione di principio facendo votare il provvedimento che mette alla porta Ansaldi, nel frattempo dimessosi dal Cda del consorzio.

Il giorno dopo, Ansaldi incassa la solidarietà diffusa nel mondo politico locale. Persino dal commissario provinciale dell’Udc, partito di centro destra. “Si è consumato un atto che poco ha di politico – scrive Giovanni Magro – al contrario ha un sapore di rivalsa, di vendetta: i consiglieri di centro destra hanno votato tutti per l’ineleggibilità di Pippo Ansaldi. Come Commissario provinciale dell’Udc, nessun incontro di coalizione di centro destra è stato fatto per decidere quali iniziative assumere e quale tipo di opposizione mettere in campo”.

Rammarico giunge ad Ansaldi anche dal partito democratico: “La prova di forza del centro destra – spiega il segretario cittadino Marco Monterosso – non ha avuto la maggioranza richiesta dei votanti ma che ha avuto la meglio solo per un errata impostazione dell’ordine del giorno che chiedeva di esprimersi sulla eleggibilità dei consiglieri, nonostante le norme di legge si riferiscano espressamente alla ineleggibilità e incompatibilità dei consiglieri stessi. Nessuna delle due tesi a confronto ha avuto la maggioranza dei 17 voti necessari: 15 voti espressi per l’ineleggibilità, 14 voti espressi per l’eleggibilità e 3 astenuti, tra cui l’astensione di Ansaldi, hanno determinato la fuoruscita dal consiglio comunale di Ansaldi, solo per una prova di forza che a conti fatti si è dimostrata una prova di debolezza. Riteniamo che tutta questa vicenda per il rispetto delle legalità, come detto a parole dai fautori della ineleggibilità, debba essere rivisitata per evitare una falsa partenza del nuovo consiglio comunale”.

 

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