Politica, l’on. Gennuso sulla crisi: “fuori gli incapaci che ci hanno portato sul lastrico”
“Tutti a esultare o a dannarsi per la caduta del Governo Conte bis e l’arrivo di Draghi – scrive Pippo Gennuso sula crisi di governo in atto. Alcuni dicono che finalmente è arrivata una persona competente al comando; altri invece stigmatizzano l’insediamento di Draghi come il fallimento della politica o come l’affermazione dei “poteri forti”. “Entrambe le tifoserie però sono mosse dal “bene del Paese” perché abbiamo una classe politica di patrioti, uomini responsabili con nessun attaccamento alle poltrone, ai divani e ai talami nuziali. Mattarella è il garante, l’uomo saggio, di alto profilo e tutto il resto che la migliore retorica è in grado di esprimere di questi tempi. Evidentemente è sempre l’alto profilo che lo induce a non prendere alcuna posizione sugli scandali (ormai palesi) che hanno travolto la Magistratura o alcune parti di essa”.
“Certo – continua il forzista – se fosse rimasto Bonafede forse si sarebbe realizzato il sogno dei giustizialisti, cioè una riforma della giustizia basata su: inappellabilità delle sentenze di condanna, costituzionalizzazione del principio di presunzione di colpevolezza, introduzione del processo di stampo inquisitorio in cui l’accusa è al tempo stesso il giudice, nomina del Presidente del Consiglio dei Ministri da parte del Consiglio Superiore della Magistratura e tutto il peggio che le menti più perverse possono immaginare”.
“So per certo, però, che per una ristretta cerchia di persone, l’alternanza al potere non cambierà niente. Mi riferisco ad una particolare categoria di perseguitati dalla giustizia: quella degli accusati di mafia senza che vi sia mafia. Per questi, anche i governi più liberali e garantisti, continueranno a violentare lo Stato di Diritto e, con esso, la vita degli inermi cittadini. Per tutti loro continuerà il lockdown anche dopo il covid-19, non ci sarà alcuna ripresa o aiuto di Stato, anche quando è certificato che lo Stato ha sbagliato. In cima alle agende politiche ci sono sempre altre priorità. Evidentemente in quel “bene del Paese” che – mi verrebbe da dire – “move il sole e l’altre stelle” non rientra la difesa dei nostri diritti”.
“Forse cambierà qualcosa nel modo di gestire la pandemia o la crisi economia – conclude Gennuso. Di sicuro non cambierà il modo di concepire la cosiddetta anti-mafia. Continueremo a dialogare con la politica e con le Istituzioni nel senso più nobile; tuttavia, l’esperienza senza pregiudizio non ci consente di riporre in esse alcuna fiducia. È dentro di noi che alberga la speranza. Mi tengo le mie poche convinzioni e lascio le dotte disquisizioni di politica alla gente più preparata”.