Se te lo fossi perso

Porto di Augusta, consegnati i lavori per il nuovo terminal

“Il processo di rilancio della nostra Regione passa inevitabilmente dall’ammodernato, potenziamento e realizzazione di infrastrutture strategiche che riducano il gap infrastrutturale che la Sicilia sconta nei confronti del resto del Paese. È questa l’impronta che abbiamo dato nella nostra azione politica fin dal momento in cui abbiamo iniziato il lavoro al Ministero delle Infrastrutture” così il Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili alla partecipazione di questa mattina alla cerimonia di consegna dei lavori per la costruzione del nuovo terminal nel porto di Augusta.

“Parliamo di un’opera programmata da molto tempo e rimasta in stand bye a causa della solita e farraginosa burocrazia che, accompagnata dalla poca volontà politica, rischiava di non vedere mai la luce. Si tratta di un investimento pari a 175 milioni di euro, un’opera che, dal punto di vista infrastrutturale, renderà più competitivo il porto di Augusta. I lavori inizieranno a settembre ed avranno una durata complessiva di 3 anni e mezzo, prevedendo l’ampliamento dei piazzali esistenti all’interno dello scalo commerciale, mediante, appunto, la realizzazione del nuovo terminal ubicato al di sotto della linea ferroviaria Siracusa – Catania” commenta entusiasta Cancelleri.

“Dopo gli sforzi per la nomina del Presidente dell’Autorità di sistema portuale, con una grande comunione di intenti tra il Governo nazionale e quello regionale, oggi si avvia una nuova fase che abbiamo fortemente voluto. C’è un importante strategia nazionale su quelle che sono le infrastrutture, ed in questo specifico caso i porti, nella nostra regione. In questi anni al governo del Paese abbiamo dimostrato che, nella maggior parte delle volte, ci vuole volontà per realizzare nuove opere e sopratutto rispolverare e riattivare quelle che erano destinate a rimanere eterne incompiute”, continua.

“Abbiamo tracciato una strada che prevede l’inizio di nuovi lavori non più rinviabili e la programmazione di nuove opere la nostra Terra attende fa fin troppo tempo” conclude il Sottosegretario.

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