Cultura

Presentato il ciclo d’incontri promosso dalla “Società di Studi Storici e Politici Federico II di Svevia Immutator mirabilis “

Federico II di Svevia

Il presidente, avvocato Giovanni Intravaia, ha voluto ricordare lo scrittore e studioso medievalista tedesco Eberhard Horst a cinque anni dalla scomparsa, e lo ha fatto attraverso un approfondimento di una delle sue opere più significative intitolata appunto Friedrich der Staufer: eine Biographie , la biografia di    Federico II di Svevia. << L’Imperatore viene ricordato dalle fonti storiche e letterarie con l’appellativo di Stupor mundi. A me piace ricordarlo invece – continua Intravaia – con l’appellativo che per lui coniò Fra’ Mathews Paris , il monaco benedettino inglese suo contemporaneo , nell’opera Chronica Majora , che a mio parere gli è più consono : Immutator mirabilis , il miracoloso trasformatore. Per la magnificenza della sua corte, per la tolleranza nei confronti di ebrei e musulmani, per la concezione organizzativa e amministrativa dello Stato, per la sfida all’autorità papale , per il coraggio, per la cultura, Federico II fu l’imperatore che stupì e trasformò il suo mondo.

Protagonista d’uno dei periodi più grandiosi, affascinanti ed al tempo stesso oscuri della storia dell’occidente, fu un precursore dell’ “uomo nuovo” , un sovrano rinascimentale, un mecenate, pur vivendo nel pieno dell’età di mezzo. Federico II nacque a Jesi il 1194, figlio di Costanza d’Altavilla ed Enrico VI. Per parte di madre, nipote di Ruggero II, fondatore della dinastia normanna nell’Italia meridionale; da parte del padre, nipote di Federico Barbarossa. Federico II erede di un impero a vocazione universale sarà l’ultimo degli imperatori tedeschi a coltivare il sogno di un universalismo politico, con lui ebbe fine l’Impero medioevale inteso come dualità di Papa e Imperatore.

L’imperatore svevo non riuscì sulla scena politica militare ad eguagliare la fama del nonno Federico Barbarossa e tuttavia merita, per l’opera compiuta in Italia meridionale, di essere considerato come il primo artefice dello Stato moderno. Infatti la sua massima impresa politica resta la fondazione e la legislazione del Regno di Sicilia, la creazione di uno “stato modello” centralizzato, autonomo, laico, con un sistema legislativo unitario garante dei diritti civili dei sudditi. La centralizzazione del potere e la creazione di una nuova legislazione che eliminarono l’arbitrarietà del dominio di innumerevoli feudatari apportando alla popolazione la sicurezza giuridica, la difesa, l’ordine, la pace. L’uomo amato e odiato ma soprattutto temuto dai suoi nemici a tal punto da essere additato da Gregorio IX come l’Anticristo. L’uomo amante del sapere, ansioso nel porre quesiti ai matematici , agli astronomi, agli architetti e ai maestri costruttori, ai letterati e ai poeti che numerosi, impreziosivano la sua corte, riuscì con le armi della cultura, delle arti e delle scienze a riformare lo scenario politico e socioculturale del XIII secolo.

Attraverso la nascita dell’università di Napoli la prima istituzione statale e laica non sottoposta ad alcuna ingerenza ecclesiale, attraverso la promulgazione di nuove costituzioni quelle “melfitane” del 1231 ( Liber Augustalis ) il primo codice medievale ispirato ai principi del diritto romano. Attraverso la nascita delle prime forme letterarie in volgare, dando vita alla “Scuola Siciliana” la prima scuola poetica italiana. Attraverso la creazione del primo trattato scientifico di ornitologia . Attraverso la sua corte multietnica simbolo di una tolleranza precorritrice dei tempi. L’interesse per l’Immutator mirabilis il fascino, l’ammirazione per l’uomo, ne hanno aumentato nel corso dei secoli la fama legandola più alla leggenda che alle imprese storiche.

Oggi infatti sono numerosi gli studi a lui dedicati al pari dei più grandi conquistatori della nostra storia. Il Salvatore del mondo, l’Anticristo per i suoi nemici, il principe dei principi, l’imperatore che fece dell’onore e dei diritti dell’Impero l’unico valore da difendere contro tutti anche andando contro il potere “universale” del Papato.  Federico fu davvero la meraviglia delle genti o in realtà fu soltanto un uomo del suo tempo? Diverse sono le opinioni al riguardo, da quelle più ammirevoli e più romanzate come l’opera dello storico tedesco Ernst Kantorowicz a quelle più critiche che ne ridimensionano la figura umana e politica, come quelle dello storico inglese David Abulafia. In realtà Federico non fu un siciliano, né un romano, né un tedesco, né un mèlange di teutonico e latino e ancor meno, un quasi-musulmano: ma fu geneticamente un Hohenstaufen e un Altavilla insieme .  L’ Hohenstaufen – Altavilla, fu un uomo diverso, insolito, certamente un uomo non conforme ai suoi tempi, riuscendo ancor oggi a far parlare di sé. Personaggio che sfugge ad ogni catalogazione da parte degli storici ma che riesce a far nascere e ad alimentare dibattiti, opinioni diverse, per la sua eclettica personalità e per le sue opere . Federico , da oltre 700 anni, continua ad essere vivo, ad essere l’imperatore immortale, l’Immutator mirabilis >>.

 

 

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