Primo step per la valorizzazione dei beni culturali
Si entra nel vivo della terza ed ultima parte del Piano di gestione operativo dell’Unesco, riguardante nello specifico la Città di Noto ed il suo patrimonio. Con la delibera di Giunta, numero 302 del 19 dicembre 2014, si è dotato l’Ente del Piano di valorizzazione dei Beni Culturali, analisi e potenzialità, redatto dall’architetto Raffaele Di Dio, Responsabile del Servizio 3^ “Bureau Unesco e supporto interventi area Unesco”. Dal quale sono partite altre e più articolate azioni la prima delle quali è l’avviso pubblico di manifestazione esplorativa d’interesse, che sarà pronto entro la prossima settimana, ci assicura il Dirigente del Settore VIII Salvatore Ricupero: “Associazioni culturali, consorzi, cooperative, fondazioni, istituzioni culturali, centri di formazione (dalla Scuola all’Università) potranno presentare dei progetti in merito alla gestione, fruizione ed altro relativamente ai siti individuati, ed in funzione del piano con la stipula di apposite convenzioni con l’Ente Comune”. Adesso si attende la partecipazione e l’attivazione di tutti quei processi che vedano protagonisti la Città e le sue professionalità, di cui sicuramente è tutt’altro che priva, anzi. Se, dunque, il piano di gestione operativo dell’Unesco, dopo la fase di “conoscenza, conservazione e riqualificazione del patrimonio barocco”, la seconda. “Promozione sociale e culturale”, è giunta da un mese a questa parte al nodo cruciale ovvero la pianificazione a breve termine nell’ottica lungimirante di uno sviluppo e rilancio a lungo termine, e cioè la terza fase “valorizzazione culturale ed economica”. Da qui la decisione forte di volere questo Piano di valorizzazione il cui mandato è partito direttamente dal Sindaco, prima di passare dalla firma dell’intera Giunta. “Stiamo cercando di intraprendere la direzione di una partnership con il privato, che possa, così, lavorare al fianco del pubblico ed innescare processi virtuosi per conoscere e far conoscere, non solo a turisti e visitatori ma a tutta la Comunità, il nostro patrimonio. Abbiamo bisogno di competenze, di professionalità di spessore che possano operare nella catalogazione, nel restauro ed in molto altro per condurre alla piena e migliore fruizione di ogni singolo Bene di nostra competenza”. Dall’avviso pubblico, che conduce all’operatività, al Piano delle Politiche culturali, illustrato martedì scorso alla Città, e che si incastra perfettamente con tutto il processo legato al Patrimonio della Città, come ci conferma l’Assessore all’Unesco e alla Cultura, Cettina Raudino: “Senza questo orientamente propedeutico non avrei potuto fare il piano delle politiche culturali. Perchè la visione chiara dei luoghi, della loro destinazione, la conoscenza ci permette di progettare ed, infatti, ho diviso il piano in tre parti: vision, per approfondire e studiare i presupposti teorici dello stesso piano; le azioni, che riguardano nello specifico i luoghi e la loro destinazione; governance e partnership, metodi e soluzioni per avviare rapporti pubblico-privato semplicemente applicando l’art.6 del Codice dei Beni Culturali, e i suoi tre commi, in una città d’arte e patrimonio dell’Unesco è davvero il minimo”. Dal Piano di valorizzazione dei Beni Culturali, a cascata, si avranno in breve tante novità. Ecco perchè, in attesa dell’avviso pubblico di manifestazione esplorativa d’interesse ci soffermiano ancora sul Piano per illustrarne qualche particolarità grazie all’architetto Di Dio. Non prima di aver ricordato che il piano di gestione operativo dell’Unesco che ha tre cardini fondanti : conservazione e tutela, promozione, valorizzazione, Noto è in quest’ultima fase e sta creando i presupposti di una collaborazione con professionalità altamente qualificate con cui attuare una progettualita finalizzata agli obiettivi del Piano. Nel 2002 si ebbe il riconoscimento e all’interno della perimetrazione Unesco esiste la “buffer zone”, quella più periferica con vincoli meno rigidi, e la “core zone”, dove il vincolo è integrale. Redatte, innanzitutto, le linee di indirizzo del decoro urbano sulla base dei valori del centro storico, delle regole che normano lo spazio pubblico e le facciate. “In realtà vorremmo che i cittadini, con le loro proprietà private, e i commercianti nei loro esercizi più che vedersi obbligati a seguire delle regole, si sentissero moralmente e culturalmente vincolati a rispettarle per il mantenimento e la tutela della bellezza in cui ci troviamo”. Ci dice in modo accorato l’architetto Di Dio, prima di addentrarsi nelle proposte del piano, suddivise in ciò che si ha in modo concreto, in modo potenziale, e in ciò che ancora si deve completare: SA spazi museali aperti (museo civico, palazzo nicolaci, ed ex convitto ragusa); SP spazi museali potenziali ( loggia del mercato, bassi di palazzo Ducezio, bassi di palazzo Nicolaci, Santissimo Salvatore ,parte del Museo Civico, Macchina del ghiaccio, da restaurare, cantina sperimentale, info point nel ex chiesa Santissima Trinità) palazzo Trigona piano nobile( da restaurare); SR edifici storici da riqualificare (ex mattatoio, da ristrutturare ex novo, alcune parti di palazzo Nicolaci, bassi di palazzo Trigona, locali in via cavour di proprieta comunale). A ben vedere si tratta anche di essere in grado di intercettare fondi in grado di dare linfa ad una miriade di piccoli e grandi interventi strutturali necessari. “Tra fondi comunitari residui – conclude l’Assessore Raudino- e quelli che si attendono per il 2015-2020 siamo vigili ed attenti per presentare i nostri progetti, in alcuni casi già pronti e cantierabili”.