Priolo – Alan Bauman al premio Ambiente e Società: “La Shoah è l’importanza della memoria” – Video
“Spesso noi ebrei siamo accusati di parlare solo della Shoah. Ma lo facciamo perché temiamo che l’uomo non sia così intelligente da redimersi”. Sul palco del teatro comunale di Priolo Gargallo, Alan David Baumann, giornalista, scrittore ma, soprattutto, custode dell’archivio Abef, intitolato al padre Alberto e alla madre Eva Fischer, ha ritirato il premio “Ambiente e società”, organizzato dalla casa editrice A&A, per la sua opera meritoria di mostrare le opere d’arte realizzate dai genitori e, in particolare, del “diario segreto” in cui la madre interpretò la Shoah, diario che aveva tenuto celato anche ai suoi cari per oltre quarant’anni.
Anche a Priolo, Baumann ha spiegato il senso della memoria. “Sarebbe importante non fermarsi alle celebrazioni del 27 gennaio – dice – a quel giorno della memoria ma è necessario raccontare sempre che cosa fu la Shoah, trasmettere quelle storie tragiche come antidoto contro l’ignoranza, che è un male della nostra era”. Il riferimento implicito di Baumann è alle recenti manifestazioni di violenza di piazza, al senso diffuso d’intolleranza, alle fin troppe discriminazioni dietro allo scenario latente ma pur sempre presente, di far finire la Shoah nell’oblio. “Purtroppo – dice Baumann – certe manifestazioni stanno continuando ancora oggi. Speriamo che tutto cambi per la sopravvivenza di ognuno di noi perché siamo noi a decidere in quale ambiente e in quale società vogliamo vivere”.
Il giornalista romano prova a spiegare il senso di quanto espresso: “Pensiamo al famoso ballo della mattonella, quando ci si sforzava, in quel minimo spazio, di non calpestare i piedi alla donna con cui ci stringevamo. Proviamo a immaginare che al posto della compagna ci sia la società. Se ognuno di non tentasse di non calpestarla, forse riusciremo a risolvere qualche problema che ci assilla”. Baumann ha presentato il suo ultimo libro “La guerra dei 6 giorni non terminò con mio padre”. Emozioni, riflessioni, diari, appunti scritti da Alberto Baumann sotto forma di articoli dal 1967 al 1969 dopo lo scoppio della Guerra dei sei giorni e raccolti dal figlio Alan a circa sette anni dalla morte del padre. “Alberto era certamente laico – ha detto Alan Baumann di suo padre – talvolta addirittura ateo, ma rimaneva profondamente ebreo. Il suo era puro amor di popolo, sin da quando a ricordarglielo furono le Leggi Razziali del 1938, fino alla sua perenne lotta contro le ingiustizie”.
A consegnare il premio a Baumann è stato l’assessore Patrizia Arangio che ha detto: “Alan porta la testimonianza della shoah parlando ai bambini con passione e mostrando loro alcuni dipinti del diario segreto della madre, per trasmettere, in modo creativo, che cosa fosse la Shoah e superarla con la forza dei colori”.
L’esperienza di Baumann è stata la più toccante della serata in cui sono stati consegnati i premi a personaggi di primo piano in diversi settori della vita sociale, culturale, artistica, sportiva. I premiati sono stati la giornalista Rai Lucia Basso, lo scrittore Giuseppe Risica, l’attore Massimo Wertmuller (nipote della famosa regista), il giornalista Maurizio Martinelli. Un premio è stato conferito alla memoria del musicista netino Corrado Galzio, scomparso nell’aprile dello scorso anno, tra i fondatori del festival internazionale NotoMusica e del conservatorio italiano di musica a Caracas.
Premiati anche il pianista Maria Grazia Di Giorgio, il musicista Salvatore Terlizzi, il chitarrista classico Giran Listes, il geologo Marcello Farina, Giorgia Gaibani della Lipu, la filosofa Heather Reid, il direttore d’orchestra Carmelo Caruso, il pianista Nicola Colabianchi, il chirurgo Piervalerio Manfroni, il pugile catanese Salvatore Cavallaro, che ha conquistato la scorsa settimana la medaglia di bronzo ai mondiali nella categoria medio massimi. A consegnargli la targa è stato Salvatore Melluzzo, leggenda del pugilato siracusano.
Tra gli ospiti, il gruppo Giga Ensemble e i pupari siciliani.
Francesco Nania