Priolo, la pistola ritrovata compatibile con quella usata per uccidere Boscarino
La pistola fatta ritrovare ai poliziotti da Christian De Simone, ritenuto il responsabile dell’uccisione del 24enne priolese, Alessio Boscarino, è compatibile con quella utilizzata per l’omicidio consumato ai giardinetti di via Tasso a Priolo, la sera del 4 dicembre 2016. L’ha stabilito una perizia balistica, depositata dal consulente nominato dalla Corte d’assise d’appello di Catania, davanti alla quale si sta celebrando il processo di secondo grado ai fratelli Christian e Roberto De Simone, e Davide Greco, tutti condannati in primo grado alla pena dell’ergastolo.
All’udienza di ieri sono stati sentiti i poliziotti che si sono recati in un’area di servizio, alle porte di Priolo, dove Christian aveva nascosto la pistola, dietro un cespuglio e dentro un sacchetto di plastica. L’imputato aveva riferito questo particolare nel corso di un interrogatorio cui si è sottoposto, a seguito delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia catanese. Aveva detto di essere stato solo lui a ordire l’omicidio scagionando, con le sue dichiarazioni, il fratello e l’altro presunto complice. Per dare forza alla sua versione dei fatti, ha rivelato agli inquirenti il luogo dove aveva nascosto l’arma del delitto, poi ritrovata dai poliziotti.
Esaminata in aula anche Cristina Serra, l’ex compagna di Christian De Simone, che ha riferito che quella sera dell’omicidio avrebbe ricevuto la visita della vittima che avrebbe sferrato colpi contro la vettura di Roberto De Simone, parcheggiata sotto casa. Ha riferito alla Corte di avere avuto paura per quanto stava accadendo, soprattutto quando è rientrato a casa il suo ex compagno, agitato in volto e pronto a mettersi sulle tracce della vittima. Ha chiarito di essersi allontanata poco dopo dall’abitazione. Quando ancora si trovava in zona, però, avrebbe udito gli spari che le hanno fatto temere il peggio, come poi in effetti avvenne.
Si torna in aula a metà ottobre per l’esame di altri testi, tra cui l’ex compagna di Roberto De SDimone e la proprietaria dell’area di servizio in cui è stata rinvenuta la pistola.