Priolo, morte di un operaio: assolti 3 dirigenti dell’Isab
I dirigenti dell’Isab non hanno avuto alcuna responsabilità nella morte di Salvatore Ganci, l’operaio di 38 anni, scomparso la mattina del 22 maggio 2013 dopo avere inalato gas venefici all’impianto CR37 della raffineria Isab Nord di Priolo. La sentenza di assoluzione è stata emessa ieri pomeriggio dal gup del tribunale aretuseo, Michele Consiglio, a conclusione del processo che si è celebrato con il rito abbreviato.
Del verdetto assolutorio beneficiano John Francis Nixon di 63 anni, direttore generale dell’Isab, Bruno Martino di 61 anni, direttore dello operativo della raffineria di Priolo, e Sebastiano Gerratana di 58 anni, responsabile della sicurezza dello stabilimento. Nei confronti dei tre imputati, il pm Salvatotre Nitti aveva, invece, concluso la requisitoria sollecitando al giudice la condanna a 2 anni di reclusione ciascuno. Le conclusioni a cui è arrivato il rappresentante della pubblica accusa si basavano sull’esito della consulenza tecnica disposta dalla Procura in sede d’indagine, secondo cui il piano di sicurezza dell’Isab non fosse adeguato.
L’unico che rimane sotto processo è il capo turno, Luigi Alaimo di 42 anni, siracusano. Il tecnico dell’Isab è stato rinviato a giudizio e dovrà affrontare il processo davanti al giudice monocratico del tribunale aretuseo (prima udienza fissata per il 5 maggio del prossimo anno) dovendo rispondere dell’accusa di omicidio colposo. Secondo il pm Nitti, il capo turno avrebbe dovuto vigilare che l’operaio Ganci quel giorno avesse applicato tutti i sistemi di sicurezza prima di recarsi all’impianto per eseguire la manutenzione. I periti avrebbero, infatti, accertato che la vittima non avesse con se il “gas badge”, strumento che rileva anche la minima fuga di gas, e non indossasse la maschera “scappa scappa”.