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Priolo, omicidio Boscarino: nel processo irrompe un pentito

Si registra un colpo di scena al processo d’appello, scaturito dall’omicidio di Alessio Boscarino, il 24enne ucciso la sera del 4 dicembre 2016 in via Tasso a Priolo. Ci sono le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia catanese, che ha rivelato alcuni aspetti che potrebbero mutare l’esito del processo di primo grado in cui il tribunale di Siracusa ha condannato all’ergastolo i fratelli Cristian e Roberto De Simone e Davide Greco, difesi dagli avvocati Puccio Forestiere, Sebastiano Troia e Antonio Zizzi.  

Il collaboratore di giustizia, sentito dai pm Tommaso Pagano e Gaetano Bono, titolari dell’inchiesta, ha riferito di avere ricevuto quattro anni addietro la visita di Christian De Simone il quale, in lacrime gli avrebbe confidato di averla fatta grossa. Gli avrebbe detto di essere stato più volte minacciato dalla vittima che avrebbe manifestato la volontà di non volere concorrenti nella gestione dello spaccio di droga a Priolo. A nulla sarebbero servite le ambasciate del gruppo catanese a ricomporre il contrasto. De Simone avrebbe raccontato al collaboratore di giustizia che la sera dell’omicidio, dopo la lite nei pressi del chiosco, aveva saputo che Boscarino lo stava aspettando sotto casa. Una situazione che sarebbe diventata insostenibile al punto che Christian De Simone, nonostante alcune persone avessero provato in tutti i modi a farlo desistere dal suo intento, avrebbe portato a termine il proprio disegno criminoso. Poi, col collaboratore di giustizia si sarebbe rammaricato per avere coinvolto in questa storia gli altri “due ragazzi”. Questa mattina si torna in aula davanti alla Corte d’assise d’appello di Catania, a cui i pubblici ministeri chiederanno l’acquisizione del verbale con le dichiarazioni del collaboratore di giustizia e, quindi, di esaminarlo. 

F. N. 

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