Priolo, il pm Pagano chiede il giudizio per l’ex sindaco Rizza
Il pm Tommaso Pagano ha concluso la requisitoria al processo a carico dell’ex sindaco di Priolo, Antonello Rizza e di altre 16 persone, coinvolte a vario titolo nell’inchiesta denominata “Res publica”, portata a termine dai poliziotti del commissariato priolese con il coordinamento della procura aretusea. Nell’ultima udienza il rappresentante della pubblica accusa ha chiesto al gup del tribunale, Carmen Scapellato, il rinvio a giudizio per tutti gli imputati. Parte dei legali difensori ha completato la propria arringa ma rimangono ancora alcune posizioni da trattare in occasione della prossima udienza preliminare, fissata per il 23 aprile. Oltre all’ex sindaco Rizza, il pm Pagano ha chiesto il giudizio per i funzionari comunali Salvatore Cirnigliaro e Flora La Iacona, gli imprenditori Andrea Artale, Desirée Giuliano, l’ex assessore comunale Giuseppe Pinnisi, l’assessore ai Lavori pubblici Eugenio Maione, la dirigente dell’Ufficio personale, Rita Fangano, l’imprenditore Sebastiano Carpinteri, i componenti della commissione di valutazione Loredana Martines, Maurizio Vincenzi, Salvatore Ullo, Giuseppina Garofalo, Enzo Lonero, e il membro dell’ufficio protocollo Nicoletta Giambra.
In quell’udienza il giudice scioglierà la riserva sulla richiesta di accesso ai riti alternativi avanzata da due imputati. In particolare, gli imprenditori Francesco Artale di 47 anni, difeso dall’avv. Giuseppe Calvo, ha chiesto l’applicazione della pena mentre Michael Mulè di 26, assistito dall’avv. Giuseppe Roveta, ha chiesto di essere processato con il giudizio abbreviato.
I fatti di cui sono chiamati a rispondere l’ex sindaco e gli altri 16 imputati riguardano 3 episodi di turbata libertà degli incanti e turbamento del procedimento di scelta del contraente in relazione alla segnalazione di persone vicine al sindaco per l’affidamento di appalti del Comune, episodi di truffa e tentata truffa ai danni del Comune commessi in concorso tra sindaco, funzionario comunale e un imprenditore, in relazione all’acquisto di beni tramite Consip con codici alterati e tali da consentire all’imprenditore segnalato la vendita dei beni per prezzi maggiorati, un episodio di frode nelle pubbliche forniture attribuito al solo imprenditore e connesso ai medesimi appalti, ed un episodio di tentata concussione.