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Priolo. Quella politica falsa e cortese: l’apparente quiete dopo la tempesta

La formula messa in scena dell’amministrazione Gianni nella guida del governo del comune di Priolo, appare come una elevazione alla partecipazione della popolazione che facilita la formazione e il mantenimento di un patrimonio di capitale sociale fondato su tradizioni associative. Fiducia reciproca e disponibilità individuale ad impegnarsi politicamente, ma i dubbi sono più delle buone azioni. Tutto questo non appare come un caso, ma un progetto studiato a tavolino per alimentare il più possibile impegno politico civile moderato per garantirsi il rispetto dell’autorità politica pur senza sacrificare l’indipendenza organizzativa e di giudizio dei cittadini. Lo sfondo si presenta come quello degli anni passati e si riconosce la falsa rappresentazione della democrazia contemporanea ai gruppi di potere, che possono incontrare le difficoltà per potersi a sua volta garantire una partecipazione effettiva alla leadership potenziale, leva per il futuro, oltre a quella organizzata per le distorsioni che si manifestano periodicamente tra i rapporti tra i vertici e la cittadinanza, con l’apparizione dei fantasmi della politica che annunciano possibili reati nel palazzo, già funzionale alcova di tanti aggrovigli.

Esiste, dunque un cerchio cosmopolita, ma anche l’istituzioni di una politica che rende ordinata l’apparenza, senza cambiare la prospettiva in quanto ci si riferisce al sistema scelto e applicato.

Gli attacchi dell’opposizione, fuori dagli schemi attuali della politica, si spingono a volte oltre la misura del dialogo politico e della civile convivenza; ma i risultati finora raggiunti documentano la distanza che esiste tra la visione della partecipazione improntata all’idea del coinvolgimento diretto dei cittadini e che continua con la stessa regola e regia messa in atto ed il raggiungimento della premio finale. E questo nonostante i limiti posti dai gruppi di interesse che non appaiono in grado di favorire una qualche forma di aggregazione elettorale in cui ogni gruppo di potere alleato agisce per lo scopo programmato, attraverso la partecipazione. Ci sono nei gruppi tanti sottogruppi pronti ad intervenire per far saltare il ponte di comando.

Se però teniamo a mente l’ovvia considerazione che la leadership contiene per poter prevenire il rischio di defezioni, allora ecco trovata la chiave di Volta per chi ha interesse a tenere buoni rapporti con la base. Tale bisogno induce i sottoscrittori del patto politico-elettorale in atto, ad agire in conformità alla regola delle reazioni per meglio comprendere quali siano gli orientamenti della base per evitare di effettuare decisioni che incontrerebbero l’opposizione della cittadinanza, con la necessità di mantenere attiva a tutti i costi la comunicazione con la base nell’interesse di pseudo alleati, attraverso tanti siti on line e post a tema.   

In questo elegante e falso scenario, l’impressione nello stereotipo collettivo è quella che a Priolo la politica si gode apparentemente la quiete dopo la tempesta; ma i conti non tornano. Troppi politici navigati sono in giro per il palazzo del potere; assessori, consiglieri, dirigenti, consulenti e seguaci, tutti accumunati dagli interessi personali e dei rispettivi gruppi, in una sorta di ricerca della verità, pronti di variare atteggiamento.

In tanti si dichiarano fedelissimi di Pippo Gianni, ma in segreto, in una sorta di “carboneria privata”, intrecciano la trama strategica per annientare l’amico-nemico. E, come se non bastasse, i detrattori della dietrologia politica sembrano proprio un male necessario in questo luogo da sempre officina di scontri e tatticismi fuori dalla regola culturale della buona politica, con tante troppe polpette avvelenate, solo per non perdere la poltrona, oppure cosa? Pippo Gianni esegue le mosse della continuità politica anche oltre il mandato di primo cittadino di Priolo; piazza i suoi paletti nel potere politico con allo sfondo la continuazione della sua carriera parlamentare: accordo con l’opposizione e i tanti raccordi possibili e la nomina del presidente dell’Ias, con buona pace per tutti, nessuno escluso.

Concetto Alota

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