Il procuratore Giordano: “Io incompatibile? Mi difenderò in tutte le sedi”
Il caso Siracusa, con il suo carico di esposti, segnalazioni, denunce che coinvolgono magistrati, politici e professionisti rischia di trasformarsi in un altro terremoto giudiziario, dopo quello del 2012 che ha azzerato il vertice della Procura. In questo nuovo filone di veleni, viene travolto anche il procuratore capo Francesco Paolo Giordano, che ha appreso dalle agenzie che la prima commissione del Csm ha avviato la procedura di trasferimento per incompatibilità ambientale nei suoi confronti e di quelli del pm Giancarlo Longo, mentre per il sostituto procuratore Maurizio Musco, già trasferito a Sassari, la nuova procedura riguarda solamente le funzioni di pubblico ministero.
A conclusione del ciclo audizioni, il presidente della Prima Commissione, Giuseppe Fanfani ha spiegato in una nota che i tre magistrati, si sono «venuti a trovare, a prescindere da esistenza di condotte colpevoli riconducibili a fattispecie di diversa natura, in una situazione tale da incidere sulla piena indipendenza e imparzialità dell’attività giudiziaria nella sede di Siracusa e nelle funzioni di pubblico ministero».
E’ arginata in poche battute la reazione del procuratore Giordano:“Sono a posto con la mia coscienza. Credo di avere fatto tutto ciò che umanamente fosse possibile. Sono un uomo delle istituzioni e del Csm e ne ho assoluta fiducia. Mi difenderò in tutte le sedi per fare emergere la correttezza del mio operato”.
“Nell’apprendere la notizia – afferma il presidente dell’Ordine degli avvocati, Francesco Favi, anch’egli ascoltato dalla commissione – che giudico estremamente dolorosa per un ambiente già attraversato negli anni e di recente da laceranti polemiche, posso solo augurarmi una decisione a brevissimo da parte del Csm di qualunque natura riterrà opportuna. L’ambiente giudiziario di questa città ha la necessità assoluta di recuperare serenità e ciò potrà avvenire solo alla luce di decisioni definitive degli organi competenti”.
Il coordinatore dei Verdi, Giuseppe Patti, esprime la sua vicinanza al procuratore Giordano. “Questa vicenda lascia l’amaro in bocca – dice – perché potrebbe celare uno scontro che poco ha a che fare con l’ordinamento giudiziario e tanto con la faida politica”.