L'Opinione

Quando Turi Raiti avvertì del “pericolo” interno al pd

Una serie di colloqui telefonici e ragionamenti ad alta voce danno l’impressione che in molti all’interno del pd non si sono resi conto della gravità del momento politico, che sta attraversando il loro partito, in uno al territorio siracusano, e soprattutto il valore della politica “Maiuscola”. Gli aspetti attengono alla formazione di una classe dirigente all’interno al pd che appare bene acculturata politicamente, ma che a sua volta è dominata da una sub-cultura politico-amministrativa lontana, antica, superata, vetusta e obsoleta (non tutti per fortuna), e che a tratti diventa critica per gli opposti estremisti interni realizzati ad hoc, in un partito che vuole essere interclassista, ma che, agli effetti pratici, si rileva essere, per le premesse prima annotate, pragmatico, ma dominato dalloligarchia creata con la forza dei numeri e non delle idee. E senza voler forzare la mano, troviamo, ad onore del vero, un gruppo “staccato” vicino a Francesco Italia appare reale e sincero nel voler portare avanti a tutti i costi e contro corrente i valori e gli interessi della cittadinanza; ma trova degli ostacoli non concordati, anzi improvvisati da altri, che distruggono ogni buona azione politica amministrativa. E questa sensazione non è silente, ma reale agli occhi di tutti, e si scontra.

Altro meccanismo che si scontra con la realtà interna del partito di Renzi a Siracusa, oggi attiene all’isolamento forzato di uomini di forte levatura politica con tanta esperienza e capacità, ma frenati dagli equilibri di forza. E se chi domina il campo, Garozzo-Foti e compagni, trova terreno fertile sul piano della gestione della cosa pubblica, e non guarda agli interessi del partito con i vincoli deontologici generali dell’associazione politica democratica, ma a quelli del gruppo d’appartenenza. Stessa cosa per il segretario Alessio Lo Giudice che, pur nella sua capacità diplomatica, è costretto a parare i colpi del fuoco amico sparato contro tutto e tutti. La regola democratica voleva il coinvolgere molto prima della parte del partito che rivolge da sempre la regola del dialogo e della “Pax interna”; ed ecco che il mosaico sarebbe ancora integro e non lacerato da mille lotte intestine e tutti coinvolti nella strada del proselitismo e non della distruzione totale.

Turi Raiti in epoca non sospetta, per chi non ha buona memoria, aveva avvertito il clima pericoloso e “guerrigliero” che si stava formando all’interno dell’asse che voleva tutto e subito; ma non fu ascoltato, ed anzi fu tacciato di “campanilismo di gruppo”, o peggio ancora chissà quali reconditi fini avevano quelle dichiarazioni. Oggi, col senno del poi, aveva, piaccia a qualcuno oppure no, ragione da vendere.

Concetto Alota

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