Quel groviglio d’inchieste che coinvolge i consiglieri comunali
Se volessimo forzare il segreto che si nasconde dietro i veleni che stanno attraversando il Vermexio da qualche tempo, l’opzione potrebbe cadere su una ridda d’ipotesi e tutti convergenti contro gli interessi dei cittadini residenti, rei di essere nati nella città di Archimede, dove i Greci realizzarono il Teatro greco più grande al mondo, ammaliati dalla presenza dei tanti attori e registri già tragedianti di natura. Ma i danni più violenti verso i cittadini, oggi appaiono palesemente essere gli interessi delle lobby della politica affaristica e a tratti troviamo degli amministratori sprovveduti o “scarsi”, come qualcuno li ha ultimamente definiti.
C’è dietro questa campagna di veleni una miriade d’interessi e tutti tra di loro collegati. Tutto nasce dall’Open Land, dove si sviluppano a ventaglio i fatti che la cronaca ha riportato con dovizia di particolari. Poi, la gestione del servizio idrico, gli asili nido, gli impianti sportivi, gettonopoli, contributopoli, gli appalti e i sub appalti e l’applicazione smodata dell’ex art. 70, consulenze al Comune, all’Inda e tanti altri; e ancora, le vicende Pillirina e Ognina, collegati tra di loro da una campagna contraddittoria, specie per il ruolo svolto degli ambientalisti, a sua volta ricollegati al Vermexio da una consulenza “gratuita”, così come da funzionari e dirigenti del Comune. Tutti episodi a conoscenza della Procura della Repubblica di Siracusa.
Ma i fatti che ci fanno capire come stanno le cose, si svolgono nel giro di appena due giorni. L’operazione che scaturisce dal fascicolo della gestione degli asili nido, gli impianti sportivi e il telesoccorso, dove sono implicati a vario titolo tre consiglieri comunali e una dozzina tra amministratori delle cinque cooperative coinvolte e alcuni operatori del settore e di cui la cronaca ha già ampiamente riportato i fatti. Ma come un programma, che appare prestabilito, a seguire si registra l’interrogazione in consiglio comunale della consigliera Simona Princiotta, sulle irregolarità e illegittimità, a suo dire, che riguardano ancora gli asili nido, come la mancanza del Durc di due società: la Eden e la Siges. Interrogazione-denuncia ben stilata e con i riferimenti giuridici di merito è inviata anche alla Procura della Repubblica.
E la scorsa notte, con puntuale tempistica e precisa condizione, si svelano i segreti di un’indagine che appare davvero inquietante. Il presidente del consiglio comunale pro tempore di Siracusa, Leone Sullo, è raggiunto da un avviso di garanzia, ed è tirato in ballo anche il direttore di un periodico, insieme a tre consiglieri comunali.
In quest’ultima vicenda in ordine di tempo, appare lo spettro di un presupposto, dove secondo il Pm titolare dell’inchiesta, Andrea Palmieri, il presidente del consiglio comunale, Leone Sullo, avrebbe avuto il ruolo “dell’amico buono”, per “graziare” di consigli la collega Princiotta, che si sarebbe messa di traverso negli interessi di alcuni “affari” degli uomini del Vermexio, recandosi a casa della collega, dopo che la stessa aveva denunciato con insistenza in Aula alcuni fatti poco trasparenti, per avvisarla che se non avesse rinunciato a “parlar male dei colleghi” avrebbe subìto degli attacchi mirati a danneggiarla, principalmente nella sua reputazione.
Interrogato dal sostituto procuratore, Andrea Palmeri, Leone Sullo, negava ogni circostanza, compresa quella di essersi recato a casa della collega Princiotta. Ma il magistrato inquirente sarebbe riuscito a ricostruire la verità con l’aiuto di supporti informatici sul fatto che Leone Sullo avrebbe mentito ripetutamente sulla circostanza oggetto dell’inchiesta, permettendo al magistrato inquirente di poter chiudere le indagini, accusandolo ai sensi e per gli effetti dell’articolo 378 del codice penale: “…aiutare taluno ad eludere le investigazioni dell’Autorità, o a sottrarsi alle ricerche della verità, la violazione è punita pesantemente con la reclusione fino a quattro anni”. Ma nella vicenda sarebbero entrati a vario titolo anche altri tre consiglieri comunali i cui ruoli o responsabilità non sono ancora chiari agli addetti alla cronaca.
Il risvolto che traspare in tutta questa storia politico-giudiziaria siracusana è una serie di circostanze che somigliano ad una precisa formula chimica: “Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”; dettame che i filosofi tratteggiano come una regola utilizzata dagli esseri umani per controllare le difficoltà nei rapporti tra gli uomini, che sono oggi regolati dalla paura o dalla necessità e non più dai valori della vita, come l’onore, l’amicizia e la parola data.
Concetto Alota