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Raeli alla corte d’assise d’appello: “Non sono io il mostro di Cassibile”

Ha protestato la sua innocenza Giuseppe Raeli, il pensionato avolese, condannato in primo grado all’ergastolo perché ritenuto l’autore di sei omicidi e due tentati omicidi. All’udienza di ieri mattina, Raeli ha rilasciato dichiarazioni spontanee con le quali ha detto di non avere mai fatto del male ad alcuno. I due pubblici ministeri hanno prodotto copia della perizia del consulente della Procura, Paniz. Ieri è stata la volta dell’avvocato Alvise Troja argomentare per le parti civili costituite, i familiari di Rosario Rizza Timponello, e dei coniugi Tinè, uccisi a colpi di fucile. Oggi tocca alla difesa. Inizia l’avvocato Stefano Rametta che replicherà l’arringa giovedì.

Il processo ruota attorno all’esito della super perizia disposta dalla corte d’assise d’appello di Catania relativamente al bossolo rinvenuto nel garage dell’imputato nel 2009. La comparazione con le cartucce rinvenute sul luogo di diversi delitti, ha spinto gli inquirenti a convincersi che sia stato Giuseppe Raeli a premere in grilletto. Ma il consulente di parte ha smontato la tesi dei periti e rimane, quindi, il dubbio che possa essere stato lui a operare gli omicidi. Tocca adesso alla difesa smontare il quadro accusatorio anche alla luce del fatto che l’arma utilizzata per i delitti non è stata mai ritrovata.

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