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Referendum istituzionale, Renzi utilizza la spesa pubblica per propagandare il suo “Sì”

Il fronte del “No” e quello del Sì si fronteggiano in uno scontro sbilanciato, dove le due ragioni non sono affatto equilibrate. Insiste un conflitto d’interessi alla radice del metodo che Renzi e Compagni stanno utilizzando per cercare il consenso referendario. Utilizzano la spesa pubblica dello Stato italiano. Questo fatto che non è visto di buon occhio dagli italiani, almeno di una parte. Chi vuole cambiare la Costituzione non è la Repubblica, perché Stato, ma il presidente pro-tempore del Governo che è anche segretario del partito politico di maggioranza che appoggia l’esecutivo – lo stesso – che vuole cambiare le regole del gioco democratico. Le spese per i viaggi e per la rappresentanza per i comizi a sostegno della campagna referendaria a favore del Sì, sono a carico di tutto il popolo italiano e non solamente di quelli che voteranno secondo il desiderio di Renzi e dei suoi alleati di governo, o come quando promette soldi a destra e a manca, con interventi strutturali alla spesa pubblica. Si tratta di provvedimenti di scopo a carico del bilancio nazionale, e non del suo partito o della propria famiglia, mentre la fazione politica opposta deve tirare i soldi dalle proprie tasche per propagandare le ragioni del No.

Orientare le decisioni pubbliche alla ricerca del consenso elettorale, o referendario come nel caso, è grave, forse anche anticostituzionale, perché sono intaccati gli oneri del bilancio pubblico italiano.

La considerazione che se vincesse il “No” non sparirebbero gli investimenti di spesa corrente a carico della collettività italiana, così come, allo stesso modo, se vincesse il “Sì.

Il populismo si assalta promuovendo crescita e occupazione, non autorizzando il governo ad avvalersi delle risorse del popolo per avere più consensi. E non convince del tutto un Senato così ambiguamente scellerato, nella sua mescolanza e nei procedimenti difettosi; stessa cosa sui risparmi generati dal cambiamento del nuovo allestimento costituzionale. Perché è sulla propaganda che si continua a lubrificare l’aspirazione popolare con bonus fiscali, elargizioni mirate o altre risorse prelevate dalle casse pubbliche. In queste condizioni è davvero impossibile decidere per un voto alla cieca, in un metodo di governo che da anni si barcamena tra le menzogne e gli annunci a sorpresa. È il governo, il solo responsabile dei mali più gravi dell’Italia, come la corruzione, la povertà diffusa, un debito pubblico alle stelle, dove sono colpiti sempre i più deboli, come i pensionati e i bambini attraverso i tagli alle pensioni la Sanità pubblica in favore di quella delle lobby delle cliniche private e dei medicinali. Questa classe politica dirigente a tutti i livelli sta usando i soldi pubblici degli italiani come un bancomat, per costruire lo sbarramento contro le proprie colpe e responsabilità. Ma degli interessi del popolo sovrano chi si deve preoccupare?

Concetto Alota

 

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