Regime carcerario incompatibile: domiciliari per Nunzio Salafia
Nunzio Salafia, il 66enne originario di Francofonte, ritenuto uno degli esponenti del clan Trigila, ha ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari. Il provvedimento è stato emesso dalla seconda sezione della corte d’appello di Catania, che ha accolto una specifica istanza avanzata dal legale difensore, avvocato Sebastiano Troia. La decisione è scaturita a seguito degli accertamenti clinici disposti dalla direzione sanitaria, che ha evidenziato come lo stato di salute di Salafia non sia compatibile con il regime di carcerazione.
Alla luce del provvedimento, Salafia lascia la struttura carceraria di Melfi, dove si trova detenuto, per fare ritorno nella sua abitazione siracusana. Come si ricorderà, Salafia era stato condannato il 10 dicembre scorso dal gup del tribunale di Catania, Loredana Pezzino, alla pena di 6 anni di reclusione perché riconosciuto responsabile di estorsione e tentata estorsione ai danni del titolare dell’impresa edile Sics di Priolo Gargallo. Salafia era stato condannato anche al risarcimento dei danni a favore delle parti civili costituite e al pagamento di una provvisionale di 10 mila euro ciascuno in favore dell’imprenditore Carmelo Misseri e della stessa Sics, di 5 mila per il comune di Priolo, la Camera di commercio di Siracusa, il coordinamento delle associazioni antiracket, per l’associazione antiracket “Falcone-Borsellino” di Floridia, per Confindustria Siracusa e per Confapi.