Rientro a scuola, gli studenti siracusani “non ci sono le condizioni”
A seguito del Decreto Cautelare N. 32/2022 della Sezione staccata di Catania del Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia, viene annullata l’Ordinanza Sindacale che dispone la didattica a distanza per le scuole che insistono sul territorio del Comune di Siracusa.
Una gran parte della popolazione studentesca decide, però, di non rinnovare la fiducia nelle istituzioni all’interno del quale la loro rappresentanza viene sempre trascurata se non, direttamente, dimenticata. Difatti, i giovani siracusani scelgono di riunirsi e di aderire allo sciopero promosso dalle associazioni e dai sindacati di stampo studentesco (Rete degli Studenti, Unione degli Studenti e Vici) ed appoggiato dalla Consulta Provinciale degli Studenti di Siracusa.
Le motivazioni dietro lo sciopero sono ampie, in primis l’adozione del Decreto (emesso a seguito di impugnazione del Ministro dell’Istruzione) avvenute durante una domenica pomeriggio, lasciando nel caos più totale centinaia tra studenti, docenti, dirigenti e personale ATA, con particolare riferimento ai pendolari che vivono l’incertezza della riorganizzazione delle linee scolastiche.
Tutto questo si inserisce in un maggiore clima di disagio, lamentato già negli scorsi giorni dagli studenti, in linea con quanto già espresso dal Coordinamento Regionale delle Consulte Provinciali degli Studenti. Lo scetticismo sull’effettiva applicazione di azioni atte al ritorno in sicurezza (siano queste il rinforzo delle capacità dei laboratori per lo svolgimento di screening a tappeto così come fatto durante lo scorso anno scolastico o la fornitura gratuita delle FFP2) si somma alla completa indifferenza nei confronti delle voci degli studenti nelle sedi istituzionali, lì dove vengono prese decisioni per loro, e all’annoso problema dei trasporti e delle classi che non sono adatte ad un ritorno in presenza con tutele e garanzie.
In merito, la Presidentessa della Consulta Provinciale degli Studenti di Siracusa dichiara: “L’opinione degli studenti deve essere ascoltata e rispettata in quanto quella dei fruitori principali della scuola. Come abbiamo più volte ribadito in questi giorni, la DAD non è una soluzione ma deve essere utilizzata come misura cautelativa per mediare condizioni di rientro che siano veramente le migliori per tutti. Si faccia particolarmente attenzione alle condizioni di distanziamento, alle misure di contenimento e si pensi concretamente ad uno screening così come applicato da altri comuni della Provincia”
Il Vicecoordinatore Provinciale di Siracusa della Rete degli Studenti Medi di Siracusa Alessandro Mangiafico aggiunge: “Rientrare si, ma come? Questo è il titolo della nostra campagna regionale con la quale abbiamo già scioperato con gli studenti e le studentesse delle provincie di: Messina, Catania, Palermo, Agrigento, Caltanissetta. È da due anni che combattiamo per un rientro in sicurezza, e adesso ci imbattiamo per l’ennesima volta nello stesso problema, la mancanza di certezze nel rientro in presenza. Tenere le scuole aperte è prioritario, ma in assenza di un piano regionale di interventi e visti anche i contagi, è necessaria la massima prudenza e ricorrere alla DAD sembra l’unica strada percorribile. Proprio per questo, come Rete degli Studenti medi chiediamo, un cambio di passo da parte della regione nella gestione del rientro, che è stata oltremodo caotica e in cui non si è fatto altro che creare confusione tra ragazzɜ, personale e docenti.”
La Coordinatrice dell’Unione degli Studenti di Siracusa Chiara Mazzarino esprime l’opinione della sua organizzazione: “Dopo anni di tagli di bilancio nella scuola pubblica e solo successivamente quasi due anni di pandemia, è necessario rimettere al centro i bisogni degli studenti, che da troppo tempo ormai passano in sordina. È necessario rinnovare la scelta politica dell’istruzione come priorità dei nostri territori e della Sicilia tutta. Perché, in una regione come la nostra, investire nell’istruzione vuol dire investire nel futuro. Vuol dire immaginare traiettorie di riscatto. Dal diritto allo studio, a misure di sostegno contro la povertà, a politiche di offerta di sostegno psicologico. Tanto c’è da fare e non si può più aspettare. Non si può più agire con misure spot e temporanee: vogliamo un piano, non un’ordinanza!”
Termina il Presidente dell’Associazione di Promozione Sociale Vici Matteo Di Franca: “La mancanza di un dialogo strutturato ed efficace tra gli studenti e le istituzioni è la vera fallacia del sistema che vede gli studenti come oggetti delle scelte e non come soggetti proattivi e protagonisti della loro quotidianità scolastica. Quello che ci auspichiamo è la costituzione di un tavolo permanente con gli studenti e tutte le istituzioni che hanno competenza nell’ambito delle istituzioni scolastiche. E’ giunta ora che a parlare di scuola ci siano in prima linea, insieme a tutti gli altri attori sociali, gli studenti.”