Rigettato il dissequestro del profilo TiTok dell’influencer lentinese
Il tribunale del riesame di Firenze ha rigettato la richiesta di dissequestro del profilo TikTok di Ornella Zocco, la 48enne influencer lentinese, accusata di istigazione al suicidio. Alla fine del mese di febbraio, la polizia postale ha oscurato il profilo di “Pazzerello” che contiene tutti i video buffi, realizzati dalla Zocco, seguita da oltre 700mila followers, soprattutto bambini.
Il provvedimento di sequestro è stato disposto dal gip del tribunale di Firenze su richiesta della Procura fiorentina, che ha aperto un procedimento penale a seguito di un challenger, una sfida pubblicata sul noto social network in cui, scimmiottando un omologo personaggio giapponese, si avvolgeva il volto con un nastro adesivo. L’avvocato Gianbattista Rizza, che difende l’influencer, ha insistito nel dimostrare che in quei video non ci sia nulla che possa istigare al suicidio ma che ci si trovi dinanzi a dei filmati il cui obiettivo è quello di strappare solo un sorriso a chi li osservi. La difesa dell’influencer lentinese è in attesa del deposito della motivazione per decidere se ricorrere in Cassazione.
Intanto, per quanto riguarda il provvedimento cautelare di fine gennaio, il tribunale del riesame di Firenze non ha convalidato la misura cautelare, dissequestrando il telefonino, requisito dagli agenti della polizia postale, utilizzato dalla Zocco, per realizzare e poi postare i video sulla piattaforma TikTok.
L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli e dal sostituto procuratore Fabio Di Vizio, della Procura di Firenze, che hanno aperto un fascicolo a seguito dell’esito di un’attività di monitoraggio sul web eseguita dagli agenti della polizia postale fiorentina. Il video finito nel mirino degli investigatori ha per tema una delle tante sfide estreme diffuse sul popolare social network cinese TikTok. Una donna e un uomo si riprendono mentre sono intenti a coprirsi il volto con nastro adesivo trasparente, compresi naso e bocca, tanto da rimanere senza respiro.
La casalinga lentinese non accetta di passare per una bad influencer, peggio, per un’istigatrice alla morte. L’avvocato Gianbattista Rizza, legale della donna, sostiene che la sua assistita sia estranea alla pubblicazione di quei video. “Sui suoi profili social – puntualizza il penalista – ha sempre postato messaggi per la vita e contro ogni forma di violenza ed è per tale motivo che è seguita da numerosi follower”.