Rinnovo concessione loculi, esposto alla Procura della Corte dei conti
La vicenda relativa al rinnovo della concessione dei loculi è finita all’attenzione della Procura della Corte dei conti della Regione siciliana. L’esposto, inoltrato circa 3 mesi fa dall’avvocato Aldo Ganci, coordinatore regionale del movimento nazionale per la sovranità, ha per oggetto il “mancato adempimento da parte del Comune di Siracusa degli standard stabiliti dal vigente regolamento di polizia mortuaria comunale, approvato con delibera consiliare n.34 del 27 marzo 2012 in materia di concessione delle sepolture private.
La denuncia del penalista scaturisce dall’affissione ai cancelli del cimitero alcuni manifesti “utili a sollecitare il pagamento per il rinnovo della concessione”. Per l’avvocato Ganci si tratterebbe di un’iniziativa di “estrema insensibilità e superficialità” perché l’amministrazione comunale si sarebbe limitata “ad informare i cittadini tramite un semplice manifesto sfuggito all’attenzione dei più”. Al contrario, il sindaco “avrebbe potuto e dovuto informare i soggetti concessionari tramite uno strumento d’informazione efficace, come ad esempio una raccomandata con ricevuta di ritorno, così potendo accertare la notifica ai destinatari dell’avviso. Inoltre, sfugge la motivazione per cui il comune non abbia mai sollecitato il pagamento del canone di concessione, prevista nella misura di 25 anni per loculi e sepolture private individuali così come espressamente previsto dall’articolo 42 del regolamento di polizia mortuaria”. Il leader di Mns si chiede come il Comune “possa avere individuato i destinatari dell’avviso, i soggetti concessionari che abbiano pagato il canone di concessione e chi, invece, non abbia mai pagato ma soprattutto, da quanto tempo si protragga il mancato versamento del canone”.
“Siamo in attesa dello sviluppo delle indagini – dice Ganci – relative all’esposto con cui chiediamo ai magistrati di accertare se sussista il danno erariale patito dal Comune in relazione alla mancata attuazione delle disposizioni di legge e a quali soggetti sia eventualmente ascrivibile la responsabilità”.
Gli amministratori pubblici sostengono che l’iniziativa del manifesto d’invito alla cittadinanza sia solo una prima parte dell’attività che si intende svolgere per il rinnovo delle concessioni dei loculi. “Questo è un mero avviso – dice l’assessore ai Servizi cimiteriali, Alessandra Furnari – una verifica di disponibilità, un tentativo di attivare l’interesse dei cittadini. Fino ad oggi abbiamo riscontrato centinaia di istanze per il rinnovo delle concessioni. Ciò premesso, nessuno applicherà chissà quali sanzioni se, alla scadenza del termine, non siano state sanate le posizioni. E’ soltanto in una seconda fase che provvederemo a informare i cittadini inadempienti a mezzo raccomandata”.
Sulla questione dei volantini, per l’assessore si tratta di una storia vecchia, risuscitata in occasione della commemorazione dei defunti: “Le croci che sono state fatte in diversi loculi – continua l’assessore Furnari – riguardano per lo più lavori da eseguire e non per segnalare quelli che devono rinnovare la concessione. Proprio per evitare di ingenerare confusione, nei mesi scorsi gli uffici hanno pensato di affiggere degli adesivi. Saranno stati un centinaio in tutto risalenti a mesi addietro anche se, chissà perché, qualcuno ha pensato di riproporli lo scorso weekend. Sono stata accusata di non avere rispetto per i defunti. Però nessuno di coloro che oggi sollevano questa critica si è mai indignato del passaggio dei resti dei defunti dalle fosse comuni all’ossario. Non esistono morti di serie A e di serie B”.
Se il movimento sovranista si è già rivolto alla magistratura contabile, i leader di due movimenti civici d’opposizione, sollevano un’altra questione che prospetterebbe l’avvio di un procedimento di natura penale. “Qualcuno ha modificato il regolamento – afferma il responsabile di Siracusa Protagonista, Enzo Vinciullo – e vengono distribuite copie modificate. Abbiamo l’originale all’articolo 73 del regolamento di polizia mortuaria in cui si fa riferimento all’articolo 81 (inesistente) e non al 70. Non distribuite più copie corrette a penna”.
Ancora più esplicito Ezechia Paolo Reale nella su pagina pubblica su Facebook: “Esiste un atto ufficiale che certifica la falsità della correzione. Mi ero accorto che l’art. 73 conteneva il riferimento a un inesistente articolo 81 e avevo chiesto con un emendamento ufficiale di cancellare quella frase del regolamento. È stato trattato in aula consiliare e non accolto o dichiarato inammissibile (vedi tu che geni). Non può esserci dubbio quindi che nel testo originale il riferimento non è all’articolo 70, ma a inesistente art. 81. Vergogna a chi ha provato a manipolare il testo”.
L’assessore Furnari replica sostenendo di avere dato mandato agli uffici comunali di approfondire la questione e comprendere dove si trovi l’inghippo. “Non è di certo attribuibile a me l’errore – dice – ci siamo accorti già nel mese di maggio che l’articolo 73 recasse quell’erronea dicitura. E’ stata avanzata in consiglio comunale una proposta di modifica che non è stato possibile trattare perché decaduta l’intera sessione dei lavori. Ammesso che permanga questo mero errore, nella sostanza non cambia nulla”. Sulla “manina magica” aleggiata dall’opposizione, l’assessore Furnari taglia corto: “E’ una polemica sterile che non mi spaventa. L’errore di trascrizione risale a molto tempo prima e anche nel mese di maggio è stato riportato l’articolo con il refuso. Stiamo verificando l’origine della erronea trascrizione”.