Risarcimento all’Open Land: da Bufardeci a Garozzo, mentre i dirigenti indagati rimangono contro legge al loro posto
Se volessimo forzare la mano sui segreti nascosti nei meandri del comune di Siracusa e nella speciosa ultima sentenza della Cassazione in favore dell’Open Land di pochi giorni fa, scopriremmo che si tratta di una storia vecchia quanto assurda. Un capolavoro, nei termini legale, ben costruito da un gruppo di lavoro formato da uomini politici, dove ora qualcuno di queste grida fortemente agli scandali, insieme ai vari dirigenti ai tempi della Giunta Bufardeci e da quella capitanata da Visentin. Una vicenda che si è protratta arcaicamente maligna negli anni, fino all’imminente rovina delle casse del comune e delle tasche dei siracusani, costretti a pagare circa venti milioni di euro per il risarcimento dei danni, senza che l’attuale amministrazione comunale, dirigenti e politici insieme, abbia saputo controllare una norma giuridica semplice, logica, peraltro già scritta nei testi di diritto, solo per dimostrare i muscoli della forza politica (o altre cose sconosciute), senza riuscire a fermare questa trappola mortale e creare una emorragia di soldi pubblici, pagando gli avvocati interni del comune e i legali esterni contemporaneamente, che ci hanno fatto perdere regolarmente tutti i processi, mentre dall’altra parte non si asfaltano le strade e non si contribuisce alla spesa sociale. Ci sono famiglie che sono sotto la soglia della povertà, le scuole sono abbandonate e la città è in rovina. L’ultima spesa di questa misteriosa e intrigante storia è costata ancora una volta alle casse del Comune di Siracusa, oltre alle dodici mila euro per il pagamento delle spese legali e la somma di altre cinque mila euro per compensi, spese generali e iva, per un importo complessivo di ben diciassette mila e ottocento euro, già deliberata il 13 ottobre scorso e senza colpo ferire.
C’è poi lo scandalo dei dirigenti che rimangono al loro posto anche alla presenza di atti giudiziari gravi da parte della magistratura. Le recenti leggi integrate dall’anticorruzione stabiliscono che se i dirigenti, chiunque dipendente o funzionario della pubblica amministrazione, sono coinvolti in un procedimento penale, gli stessi devono essere spogliati degli emolumenti aggiuntivi e deve essere erogato loro solamente lo stipendio base. Invece, al comune di Siracusa come niente fosse tutti restano ai propri posti e incarichi di comando con gli stipendi super pieni e non sono sostituiti, anche in via temporanea, fino alla chiusura del procedimento penale, così chi è indagato può inquinare le prove e pagarsi con facilità la difesa, visto che percepisce tutte le indennità aggiuntive che non sono di certo bruscolini. Un’amministrazione seria e diligente dovrebbe procedere con un atto d’interpello interno al fine di conoscere chi è disposto fra i dipendenti inquadrati nella fascia “D” a ricoprire temporaneamente l’incarico dirigenziale; ma qui da noi l’applicazione della legge è solo il sogno degli onesti.
Colpisce e forte come ogni cosa rimane ferma e le anime restano abuliche. Nessuno s’indigna, così tutti i dirigenti restano al proprio posto e anzi sono premiati, dove addirittura gli inquisiti fanno parte di organi di garanzia interna e si assiste al nepotismo sfrenato in carriere impossibili di parenti e amici e a processi, carichi di corruzione e traffici illeciti, ovviamente fino a prova contraria. Le cose sono cambiate in peggio e a comandare nella pubblica amministrazione sono ora i dirigenti e non più i politici, così il rischio di connubi e connivenze si è generalizzato e quadruplicato: io faccio un favore te e tu uno a me. E vivono felici e contenti, mentre la gente vive di stenti.
Concetto Alota