Servizio 118, il 3 giugno gli operatori incrociano le braccia
Il 3 giugno si fermano i lavoratori siciliani del 118. Lo sciopero è stato organizzato dai sindacati Cobas, Fials-Confsal, Fsi-Usae e Confintesa sanità, Mud 118 Sicilia «per rivendicare diritti negati e indennità arretrate per tutto il personale della società che si occupa del servizio di emergenza urgenza».
I sindacati sollecitano i lavoratori «a compilare gli appositi moduli da inviare all’azienda per comunicare l’adesione allo sciopero e consentire l’organizzazione dei servizi». Tra le motivazioni dello sciopero c’è la richiesta di istituzione di un tavolo con tutte le parti sociali e la discussione in Parlamento regionale per la creazione di un ente pubblico regionale che riordini tutto il servizio.
Allo stesso tempo le sigle chiedono «garanzia dei livelli occupazionali dei dipendenti della partecipata Seus fino al pensionamento o al passaggio nella nuova agenzia di diritto pubblico». E ancora, i sindacati rivendicano il riconoscimento di «indennità di rischio biologico» per il personale che è direttamente impiegato a bordo dei mezzi di soccorso, e il riconoscimento di apposito addendum al contratto di servizio posto in essere tra la Seus e la Regione «al fine di corrispondere al personale gli istituti contrattuali di cui al recente rinnovo di contratto, comprensivo degli istituti accessori quali le progressioni di livello, scatti di anzianità e buoni pasto».
Tra le richieste anche lo screening ed esami sierologici periodici e la formazione continua e permanente estesa a tutto il personale Seus, «che dia luogo ad una qualifica riconosciuta dalla Regione specifica per il personale dipendente Seus. Infatti ad oggi tali percorsi formativi si rifanno ad accordi Stato-Regione, e si rivolgono solo ed esclusivamente alla platea del terzo settore e non di soggetti dipendenti. Tale qualifica tra l’altro garantirebbe un riconoscimento in più in caso di accesso alla costituenda agenzia pubblica per l’emergenza urgenza».