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Siracusa, accusato di peculato, assolto dipendente della Soprintendenza

Era accusato di peculato ma, dopo otto anni di procedimento penale, il tribunale l’ha assolto. Protagonista della vicenda è il siracusano M. S. di 54 anni, dipendente della Sovrintendenza ai beni culturali del capoluogo. I giudici hanno emesso una sentenza di assoluzione per non avere commesso il fatto, al termine di un processo lungo e articolato. È passata la linea difensiva, sostenuta dall’avvocato Alessandro Cotzia, che ha ribattuto punto su punto alle accuse mosse dalla Procura. Il pubblico ministero Tommaso Pagano, a conclusione della requisitoria, aveva sollecitato per l’imputato la condanna a un anno e dieci mesi di reclusione, sostenendo che si fosse al cospetto di “un piccolo fatto per un grande reato”. 

La vicenda risale al settembre del 2014 quando l’imputato, addetto alla biglietteria del Castello Maniace, è stato accusato dall’economo di non avere versato parte dell’incasso della giornata, per un importo di 200 euro. Da un controllo era emerso che il dipendente di turno alla biglietteria aveva interrotto la serie cronologica dei biglietti d’ingresso staccati fino a quel momento, per ricominciare con un’altra serie. Questo “salto” ha fatto insospettire i dirigenti della Sovrintendenza ritenendo che l’addetto alla biglietteria abbia volutamente fatto sparire l’intero troncone per intascare il corrispettivo in denaro. È scattata, quindi, la denuncia e il processo, durante il quale sono stati sentiti decine di testimoni, tra cui l’ex sovrintendente Beatrice Basile. 

Posto sul banco degli accusati, il dipendente ha sempre sostenuto ci fosse stato un errore nel calcolo dell’incasso della giornata e, per scrupolo, ha versato l’intera somma che sarebbe mancata nella busta, attingendo all’indennità di rischio giornaliera, di cui gode ogni addetto alla biglietteria.  

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