Siracusa, aliquote Tasi immutate per il 2018
Aliquote Tasi, regolamento sul Registro della bigenitorialità e tutela degli imprenditori vittime di intimidazioni: sono gli argomenti sui quali stamattina il consiglio comunale ha deliberato favorevolmente in prosecuzione della sessione iniziati ieri. L’Aula ha discusso a lungo anche sul fenomeno del randagismo ma senza produrre alcuna decisione per mancanza del numero legale.
Il prelievo per la Tasi nel 2018 resta immutato rispetto agli ultimo anni. Come illustrato ieri dall’assessore al Bilancio, Salvatore Piccione, il tributo sarà versato solo per la case di lusso e per i fabbricati rurali e strumentali. La seduta di oggi è ripresa da un emendamento presentato da Cetty Vinci con il quale si chiedeva il dimezzamento, dal 3 per mille all’1,5, dell’aliquota sui fabbricati strumentali. Ad illustrarlo è stato Salvo Sorbello che ha invitato a votare la modifica nonostante il parere contabile contrario, perché, ha sostenuto, sarebbe stato dato all’Amministrazione, in vista della stesura del bilancio di previsione, un segnale di riduzione della pressione fiscale e di cancellazione di spese non necessarie. Per Gaetano Firenze, invece, la proposta in sé non era sbagliata ma sarebbe andata in conflitto con l’impianto generale dato dal bilancio pluriennale e avrebbe intaccato le capacità di sostenere spese già destinate.
L’emendamento, messo ai voti dal presidente Santino Armaro, è stato bocciato con 8 no, 7 astensioni e 5 sì. Subito dopo l’Aula ha approvato a maggioranza la proposta e la sua immediata esecutività. Con 19 sì e 3 astensioni, il consiglio comunale ha poi approvato il regolamento sul Registro della bigenitorialità, che così viene introdotto anche a Siracusa. Uno strumento che trova la sua fonte nella Convenzione sui diritti dell’infanzia approvata dall’Assemblea generale dell’Onu nell’89 e che si basa su due principi: la centralità dei figli nelle coppie separate e la responsabilità di entrambi di genitori, alla stessa maniera, attraverso l’esercizio della patria potestà e la condivisione delle scelte più importanti che riguardano la prole.
Il registro, ha spiegato il dirigente del settore Servizi ai cittadini, Giuseppe Ortisi, ha rilevanza solo amministrativa e vi possono essere iscritti i minori residenti nel Comune, con genitori che abbiano ottenuto dal tribunale l’affidamento condiviso e solo se non ci sia stata limitazione della responsabilità nei confronti del padre o della madre. L’iscrizione può essere richiesta da un solo genitore e sarà cura dell’ufficio avvertire l’altro dell’avvio del procedimento. La cancellazione dal registro avviene al compimento dei 18 anni, per trasferimento di residenza in altra città, per limitazione delle responsabilità verso uno dei genitori e su richiesta di entrambi in caso si fosse deciso di non volere più aderire al Registro.
La proposta è stata perfezionata con 4 emendamenti della commissione consiliare competente, illustrati da Loredana Spuria, che non hanno modificato la sostanza del provvedimento. Favorevole è stato l’intervento di Carmen Castelluccio, che considera il Registro uno strumento utile a risolvere le difficoltà di rapporti con i figli nelle coppie separate, tenendo presente la centralità dei bambini. Perplesso, invece, si è detto Sorbello che ha ricordato come alcuni comuni che avevano introdotto tale strumento hanno poi deciso di eliminarlo. Ampio consenso ha trovato anche la mozione sulle tutele alle imprese vittime di intimidazioni proposta da Salvatore Castagnino, Fabio Alota ed Elio Di Lorenzo. Come ha spiegato Castagnino in sede di illustrazione all’Aula, l’idea (approvata con 17 sì e un solo no) è di creare un commissione comunale che raccolga tutte le segnalazioni, anche in forma anonima, e poi attivi, d’accordo con altre istituzioni, tutti i canali necessari a rendere l’attività d’impresa sempre più tutelata rispetto a fenomeni di aggressione.
Se per Firenze la proposta, seppur lodevole nelle intenzioni, è troppo generica e incapace di produrre effetti concreti, per Sorbello è invece positiva perché rappresenta un segnale di attenzione verso un fenomeno concreto senza che comporti costi per il Comune. Il racket, ha aggiunto, è un fatto grave che avrebbe meritato un “maggiore coinvolgimento da parte dell’Amministrazione” attraverso la presenza in aula del sindaco e del vice sindaco. Bene la mozione anche per Dario Tota, che però ha messo in guardia da soluzioni che possano complicare il lavoro delle strutture già previste dallo Stato.
Lungo e articolato, invece, il dibattito sulla mozione di Tota per introdurre misure contro il crescente fenomeno del randagismo. Preso atto della necessità di migliorare l’attività svolta dal Comune, il consigliere e assessore ha articolato una proposta in tre punti: istituire e formare nuclei volontari con funzioni di controllo e contrasto dell’abbandono degli animali; dedicare una sezione de sito Internet istituzionale agli animali randagi per creare conoscenza e interesse verso quelli ospitati nelle strutture convenzionate con il Comune; assegnare un contributo di 650 euro a chi adotta un animale, da versare dopo il primo anno e dopo un controllo sul suo stato di salute. Per Firenze, l’idea di indicare l’entità del contributo non era coerente con lo strumento della mozione, mentre Sorbello ha giudicato le scelte dell’Amministrazione, nella lotta al randagismo, inefficaci e costose. La spesa, ha detto, si aggira attorno al milione di euro ed è di “almeno 10 volte maggiore di quella che l’Ente, con fondi propri, destina alla famiglie povere”.
Alberto Palestro ha ricordato che il Comune ha già previsto un progetto per agevolare l’adozione del randagi e il taglio della Tari per chi accoglie un animale: dunque bisogna chiedersi perché non funzionino e se la proposta di Tota non contrasti con quanto viene fatto. Contrario alla mozione si è detto Cosimo Burti, per il quale il fenomeno non si contrasta con contributi ma con la prevenzione, anche sanitaria. Dopo avere ricordato le tante associazioni che già operano sul territorio e nei canili, Burti ha affermato che lo strumento più efficace resta quello delle sterilizzazioni, per il quale servirebbero investimenti aggiuntivi perché andrebbe esteso agli animali già accolti nelle famiglie.
Sulla stessa posizione di Burti anche Tony Bonafede. Le tre soluzioni proposte, ha detto, vengono già attuate o sarebbero inefficaci, mentre a favore della mozione si è detto Giuseppe Impallomeni. Il randagismo, ha afferamato, oggi è talmente esteso che è necessario un cambio di passo per dare risposte ai cittadini.
La sintesi delle iniziative del Comune, tutte previste per legge, è stata fatta dall’assessore alla Politiche sanitarie, Antonio Moscuzza, che pure ha considerato la proposta di Tota “condivisibile”. Moscuzza ha ricordato che sul territorio sono operative le guardie zoofile nominate con decreto prefettizio e sulla scorta di leggi regionali; che l’Amministrazione ha sottoscritto una convenzione con un’associazione impegnata a sterilizzare, a costo zero, 120 cani e 80 gatti; che nel 2017 sono stati dati in custodia, sempre a costo zero, 172 cani; che la spesa complessiva sostenuta dal Comune per le adozione è inferiore a 39 mila euro l’anno ma c’è l’impegno a tenere in conto il contributo previsto nella mozione Tota.
La parte restante del confronto è stata dedicata alla necessità di eliminare dalla mozione il riferimento al contributo da 650 euro perché sarebbe andato oltre le competenze del Consiglio, rilievo che Tota si era detto pronto a correggere. In questo ottica, Palestro ha chiesto un aggiornamento della seduta a giovedì prossimo ma quando la proposta è stata messa ai voti è mancato il numero legale.