Siracusa, anche l’inchiesta “Gettonopoli” verso la chiusura
Dopo quella della concessione del servizio idrico, anche l’inchiesta sulla “Gettonopoli” si avvia verso la conclusione e appare la più insidiosa. E stavolta maggioranza e opposizione sono accomunati dallo stesso destino, in un mal comune mezzo gaudio. A ben vedere e ben sentire dall’umore degli stessi consiglieri comunali, appare fredda e distaccata, come fosse cosa d’altri, ma non è per niente così. Coinvolge quasi tutti i consiglieri comunali senza distinzione tra maggioranza e opposizione. L’intera rappresentanza della politica siracusana al Vermexio coinvolta in una strana gestione del pubblico denaro. Sono circa sedicimila i documenti acquisiti e passati al vaglio degli investigatori della Digos della Questura di Siracusa, diretta dal dottor Vincenzo Frontera, i quali sono in dirittura d’arrivo per chiudere il cerchio magico sull’affaire “gettoni d’oro”. Ed è questo il motivo del ritardo accumulato. Ma entrano nell’inchiesta altri collegamenti, con la possibile estensione alla posizione dei consiglieri comunali, rispetto alle dipendenze nei rapporti di lavoro e dove sono apparsi delle lacune tra l’assunzione e la data dell’elezione al consiglio comunale.
Nella fattispecie, e precisamente l’articolo diciannove della Legge n° 30 del 2000, stabilisce che i consiglieri percepiscano un gettone di presenza per la partecipazione ai consigli e alle commissioni consiliari delle quali sono componenti. Nessun riferimento ai capi gruppo, i quali, invece partecipano e godono del relativo gettone di presenza sulla base del regolamento del Consiglio “aggiustato” a piacimento dalla maggioranza.
Nella stessa Legge n°30/2000 all’articolo venti troviamo l’attribuzione del diritto ai consiglieri assunti in società private di assentarsi dal luogo di lavoro per l’intera giornata e per partecipare alle assemblee del consiglio, delle commissioni o altro, e assicura loro di ricevere per intero lo stipendio che ogni mese l’azienda privata continua a pagare al dipendente consigliere, e inoltre consente alla società privata di chiedere il rimborso all’ente pubblico per le giornate di assenza del proprio dipendente; una doppia entrata: gettone di presenza più stipendio.
Ma l’Ufficio del Segretario comunale chiese la votazione del consiglio sulla conferma dello Statuto sostenendo la tesi “dell’interpretazione autentica”, e partendo dai retroscena che si erano sviluppati nell’esposto, respinto, presentato alla Regione dai consiglieri, Massimo Milazzo, Salvo Sorbello e Fabio Rodante, i quali erano stati esclusi dalla prima e dalla seconda commissione, porta all’attenzione del consiglio comunale che dispone e approva a maggioranza la relativa deliberazione che conferma ciò che nei fatti pratici già avveniva anche nella passata tornata elettorale. Con quell’atto si riconfermava in sintesi ai capi gruppo, o ai loro delegati, oltre a tutto il collegato articolato, di percepire il gettone di presenza anche quando partecipano alle riunioni di commissioni delle quali non sono né componenti, né competenti, e all’interno delle quali, quindi, non hanno nessun diritto di voto.
Nella fattispecie l’Assessorato regionale agli Enti Locali, ha chiarito, sull’onda dello scandalo “Gettonopoli”, che hanno diritto al gettone di presenza solo i componenti effettivi delle rispettive commissioni, quindi escludendo il diritto per i capi gruppo, anche se presenti, ma senza il diritto di voto.
Negli ambienti giudiziari si parla già dei possibili scenari dell’inchiesta in corso; in particolare quello che appare quasi scontato è la restituzione all’Erario delle somme indebitamente percepite dai capi gruppo, oltre all’estensione dei reati implicitamente connessi, per aver incassato indebitamente le rispettive somme assegnate e l’accanimento nell’aver “forzato” le norme di legge che regolano la materia in concorso con altri, sull’esempio di una consorteria dove ognuno favorisce l’altro, oltre ai tanti possibili reati connessi, come l’assenza dalla seduta della commissione pagata e tutto il resto.
I veleni in consiglio comunale già in passato cominciarono proprio dalle tematiche inerenti al funzionamento pratico delle commissioni. Tutto sarebbe sfociato, nella fattispecie, con una seria di scontri verbali, insulti e financo denunce all’Autorità giudiziaria. Per il resto di questa triste storia della “Gettonopoli” siracusana si aspettano le risultanze delle indagini e le decisioni della Procura della Repubblica di Siracusa che, secondo le voci che circolano negli ambienti giudiziari, arriveranno nel volgere di un tempo brevissimo e potrebbero essere carichi di novità sconvolgenti, con tutti i possibili risvolti sia politici, sia giudiziari.
Concetto Alota