Siracusa. Camera di Commercio: dopo lo scippo ora le speranze per un ritorno ai siracusani
Lo scippo operato con l’inciucio tra i furbi catanesi e una parte di siracusani della Camera di commercio di Siracusa, potrebbe essere presto annullato. Infatti, il disegno di legge della Lega, a cui si è aggiunta la firma di Forza Italia, in testa Stefania Prestigiacomo, per evitare la fusione forzata tra le varie Camere di commercio, è iniziato. Un ottimo segnale politico di discontinuità per l’eliminazione di obbligare forzatamente l’unificazione di realtà economiche totalmente distanti tra di loro, com’è successo per Catania, Ragusa e Siracusa, con effetti negativi sull’economia del territorio e sulla qualità dei servizi erogati, oltre che sulle prospettive e sulle potenzialità di sviluppo e di crescita.
Una scelta sbagliata, che ora si rimedia col Ddl della Lega presentato lo scorso 16 ottobre. Fu un’operazione travagliata, quella della fusione delle tre camere di commercio della Sicilia Orientale. E mentre il direttorio della Camera di commercio di Siracusa rimane a Catania, seppur i siracusani siano presenti nell’Ente camerale, di fatto, e di diritto, trasferito a Catania, logica vuole che la realtà legata all’economia locale rimanga bloccata da un assenteismo più volte denunciato e registrato, in uno alla realtà come l’ex Provincia regionale. Analizzando che la Camera di commercio di Siracusa vanta la proprietà del 12,5% del capitale della Sac, la società che gestisce l’aeroporto di Catania, (insistente nella proiezione del parallellismo-economico-politico deviato della Sicilia, oltre che per il controllo dell’aeroporto di Catania e di Comiso con allo sfondo la possibile cessione dello Scalo catanese) per un valore di circa 125 milioni di euro (accumulati e reinvestite con le quote dei commercianti, degli artigiani e delle aziende siracusane) che sommati alle quote del 12,5% dell’ex Provincia regionale di Siracusa e per lo stesso valore economico sommano 250 milioni di euro bloccati e infruttuosi, per l’economia del territorio siracusano, ecco che i conti non quadrano quando assistiamo inermi all’impoverimento esponenziale dell’economia e il mancato pagamento delle spettanze dei dipendenti del Libero Consorzio che soffrono da anni. Soldi che potrebbero essere reinvestite per colmare le tante lacune che siamo costretti ad assistere ogni giorno di più inermi.
Le camere di commercio accorpate sono ventuno su 110 nel totale. Il ruolo delle camere di commercio è strategico per il territorio in cui si muovono; erano e sono gli ultimi presidi di sostegno alle attività delle imprese e degli imprenditori. Il processo di riordino delle Camere di commercio fallito, voluto e sostenuto dal governo Renzi, non ha fatto spending review accorpando, come in questo caso, ma ha riportato, di male in peggio, le risorse che servono sul territorio, venendo così a mancare una visione generale dell’economia reale.
La funzione della Camera di commercio diventa con la crisi economica in atto, la connessione con il territorio, elemento indispensabile che la vecchia riforma ha messo in crisi. A Siracusa negli ambienti della politica, del commercio, dell’artigianato e dell’imprenditoria in generale, c’è una ottimistica attesa per la messa a punto di questa legge.
Concetto Alota