Siracusa: costretta a far cambiare scuola alla figlia a causa del bullismo e i “dintorni”
Sono tanti i genitori che puntano il dito contro la scuola, sia pubblica sia paritaria. Parole, gesti, offese, isolamento, disagio. Succede anche a Siracusa. Una giovane madre è costretta a far cambiare scuola alla propria figlia. Vittima a suo dire del sistema di potere che insiste nella scuola paritaria gestita da religiose. “Mia figlia è stata oggetto di bullismo e altro a scuola, in un istituto gestito dalle suore, ma che, di fatto, è condotto da una piccola lobby della Siracusa cosiddetta “bene”. La storia è iniziata lo scorso anno ma è esplosa violentemente nei giorni scorsi. Le suore sono anziane e secondo la madre della ragazza non in grado di contrastare il potere conquistato dagli spietati operatori esterni. Si stava ammalando; per questo la decisione del trasferimento, anche se molto sofferta.
Sono tante le storie di bullismo e i dintorni che si somigliano e che si ripetono. Antonella, 12 anni, è scappata dalla scuole che frequentava. I genitori hanno deciso di trasferirla in un altro istituto; non ce la faceva più, si stava ammalando in malo modo. Ora è come se fosse rinata, dice la mamma.
I bulli da queste parti non sono ragazzi cattivi, difficili. Anzi, sono figli del “fior fiore” del professionismo siracusano, ma è il sistema della società moderna che inclina i rapporti che si allontano sempre di più dagli alti valori della vita, come l’onore, l’educazione e il rispetto del Prossimo. Oggi accadono fatti gravi poco denunciati, ma sono sempre atti criminali che prima o poi sfociano in qualcosa di diverso, di sinistro. È di fronte all’impotenza che le risposte della scuola in genere non arrivano; si tenta di nascondere la polvere raccolta nelle giornata sotto il tappeto. Anche gli insegnanti si dicono impotenti di fronte al fenomeno crescente. Non possiamo entrare nel merito, dicono. La risposta: la scuola interviene solo quando accade qualcosa di grave, quando forse è tardi.
Concetto Alota