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Siracusa: Foti, Marotta, quei vecchi Veleni in Procura e il processo “Oro Blu” 

“Si chiude una vicenda – ha commentato l’ex parlamentare siracusano Luigi Foti – che mi ha impedito di vivere appieno la mia vita a causa di una accusa infamante e infondata, avente solo lo scopo di estromettermi dalla vita politica. L’insussistenza del fatto era stata dichiarata dal tribunale della libertà di Catania che aveva annullato la misura cautelare. Nonostante ciò, ho dovuto aspettare dieci anni”.

Ci sono voluti oltre dieci anni di tribolazioni per chiarire come sono andate veramente le cose e per stabilire l’estraneità dei fatti in merito ai reati contestati a Foti e Marotta, ma ai giudici del tribunale di Siracusa sono bastate alcune ore di Camera di Consiglio, presidente Ettore Cavallaro, a latere Antonio Dami e Federica Piccione, per chiarire la vicenda giudiziaria ed emettere la sentenza di assoluzione da tutte le accuse ascritte a Luigi Foti e Giuseppe Marotta, con la chiara motivazione: “perché il fatto non sussiste”.

Entrambi erano accusati d’irregolarità con riferimento ai noti fatti che ha coinvolto dieci anni fa la Sai8, la società che gestiva il servizio idrico integrato nella provincia di Siracusa. Per la Procura i due dovevano essere condannati ciascuno a 5 anni di reclusione; condanna sollecitata dal pubblico ministero Salvatore Grillo nella requisitoria del processo che scaturisce dall’operazione “Oro blu”, scattata nel febbraio del 2012, quando la Procura produsse un corposo fascicolo, frutto di oltre un anno d’indagini, sviluppate nell’ambito della gestione del servizio idrico integrato.

Ma i legali difensori dei due imputati, avvocati Bruno e Nino Leone per Foti, e l’avvocato Stefano Rametta per l’ingegnere Marotta si sono battuti, smontando e respingendo, nella logica deduzione giuridica, ogni addebito, sostenendo l’estraneità dei loro assistiti ai fatti oggetto della contestazione, sollecitando al tribunale un verdetto di assoluzione.

Questa è una storia giudiziaria che prende forma nell’ambito dei vecchi Veleni in Procura. Un caso giudiziario che la dice lunga sui veri motivi che portarono forzatamente alla sbarra i due imputati, oggi assolti, e che matura nell’ambito di un ben più corposa e intrigata vicenda di interessi in un gioco al massacro, senza esclusioni di colpi, che si trascina ancora oggi nelle aule dei tribunali di mezza Italia.

C.A.

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