Siracusa. Il Tribunale assolve Pippo Sorbelo: “Nessun metodo mafioso”.
E’ finito l’incubo per l’ex assessore regionale al Territorio, Pippo Sorbello. Un provvedimento giudiziario che gli era stato notificato il 13 dicembre del 2012, all’indomani del suo insediamento all’Ars a conclusione di un’indagine portata a termine dai carabinieri del reparto operativo di Siracusa con il coordinamento della Dda di Catania. Ci sono voluti 6 anni per l’ex sindaco di Melilli prima di tirare un sospiro di sollievo alla lettura del verdetto del tribunale penale di Siracusa che ha escluso l’aggravante dell’ex art. 7, cioè, dell’utilizzo del metodo mafioso. È stato disposto anche il non doversi procedere per sopraggiunta prescrizione per quanto attiene il reato di corruzione elettorale.
A Pippo Sorbello era stato contestato il voto di scambio aggravato dall’aderenza al clan Nardo di Lentini nelle campagne elettorali per le comunali di Melilli del maggio del 2007 e per le regionali del 2008, quando si candidò per il Movimento per l’Autonomia, ma non fu eletto per poi essere chiamato a fare parte della squadra degli assessori dell’allora governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo.
L’indagine, prese il nome di “Morsa 2”, in cui erano stati coinvolti altri politici e amministratori di primo piano, come l’ex sindaco di Augusta, Massimo Carrubba, accusato di voto di scambio aggravato e concorso esterno in associazione mafiosa; processo che dopo 4 anni è ancora nella fase dibattimentale davanti al tribunale penale collegiale di Siracusa e la prossima udienza è fissata per l’8 novembre.
Risolutorie le testimonianze che hanno fatto emergere la verità e scagionato Sorbello, come quella del collaboratore di giustizia ed ex consigliere comunale ad Augusta, Fabrizio Blandino, il quale ha sostenuto che in quel periodo vi erano aspettative di lavoro da parte di Tony Ortisi che avrebbe fatto pressioni sull’ex consigliere comunale di Augusta del Mpa, Carmelo Trovato, per sottoporre le sue istanze all’ex sindaco di Melilli.
Nella requisitoria, il pm Andrea Ursino, della Dda di Catania, aveva sollecitato per Sorbello la condanna a 3 anni di reclusione, richiesta disattesa dal tribunale, presieduto da Livia Rollo, che ha emesso la medesima sentenza anche nei confronti degli altri tre imputati, Maria Concetta Ciulla, Tony Ortisi e Carmelo Trovato. Sorbello ha commentato così la sentenza: “Sono stati 6 anni da incubo. Ho dovuto convivere con un’accusa pesante come un macigno che mi ha spezzato la vita. Ho dovuto subire un lungo processo perché qualcuno aveva deciso che io avessi avuto contatti con un affiliato al clan Nardo durante le elezioni ma che io non ho mai conosciuto. Sentenza che è stata per me un sollievo morale, soprattutto per la mia famiglia che mi è stata sempre vicina”.
C.A.