Siracusa in cima, ora tieniti stretti i 5mila del De Simone
di Salvo Spallina
Per la difficile trasferta di Leonforte, dove, finalmente, si è visto, un Leon Forte, avevamo utilizzato la metafora dell’acceleratore e del freno. Ci piace riprenderla questa metafora considerato che il piede è ancora ben posizionato sull’acceleratore e che le scelte e la gestione del capo-scuola-guida anche questa domenica si sono rivelate azzeccate in tutti i reparti.
Domenica tutti felici a riempirsi gli occhi di “pubblico”, via via che gli spalti in ogni ordine di posti andavano, compatti, a riempirsi, come non si vedeva da tempo. Magari le presenze scenderanno (speriamo non di tanto), ma stavolta questi numeri servivano per dimostrare che quando tutte le componenti coinvolte nel “Siracusa” si trasformano in un corpo unico, unito, forte, per gli avversari è difficile avere ragione di quel corpo. Bisogna anche dar merito a mister Longo ed ai suoi giocatori per come aveva impostato la gara e come per i primi venti minuti hanno cercato di fare la partita tenendo bene il campo ed aggredendo il Siracusa con vari Varriale, Tedesco e De Rosa su tutti. A partire dal 21° però il folletto Dezai comincia a pungere, forte, pure, di un Siracusa ben disposto in campo. La pressione della Cavese si allenta, i Campani cominciano a subire il giuoco del Siracusa. Il pubblico è in tensione, incita con i cori la squadra, sta vedendo una bella partita. La chiave di volta della gara è tutta nella testa e nei piedi di Emanuele Catania. Per buona parte del primo tempo aveva aiutato i compagni di centrocampo e difesa, ma al primo minuto della seconda frazione di gioco pesca con un perfetto diagonale il giovane Sibilli che in area avversaria controlla e di destro insacca l’1 a 0 sotto la Curva Anna. La seconda perla è un lancio in verticale dal cerchio del centrocampo per Dezai che in velocità supera il suo controllore e realizza il 3 a 0 (21°). Il 2 a 0 era stato merito di Longoni (12°) con una intelligente punizione. Da quel momento La Cavese giocherà in dieci il resto della gara e, a dimostrazione delle sue qualità, oltre al goal di De Rosa, su un errore in difesa di Chiavaro, colpirà un incrocio dei pali con Donnarumma ed un palo con Bongermino.
Dei cinquemila e passa spettatori del Siracusa, almeno tremila, avevano ben chiaro nella memoria il disastro di un Siracusa-Cavese della stagione 2002-2003, persa dal Siracusa a tavolino per 2 a 0, con le conseguenze negative che ne derivarono in termini di squalifica, immagine della città e quant’altro. Un nota meritevole di attenzione spetta alla tifoseria ospite. Prima della gara un cubitale striscione esposto dai trecento tifosi campani sulla recinzione, e visibile per tutta la gara, recitava “ Non facciamoci del male giù le mani dall’ospedale”. Ci ha fatto piacere leggerlo e notare con quanto affetto i giocatori campani a fine gara sono andati a salutare i loro tifosi per ringraziali del loro incitamento. Va detto però che un solo grido, costante ed immenso emanava dallo stadio per tutta la gara, a partire dalla Curva Anna e dagli altri settori gremiti.
Umiltà e forza, sarà questo il binomio chiave per il resto del campionato. Nella dirigenza, nella guida tecnica, dentro la rosa ci sono gli elementi giusti per continuare il cammino con questo spirito. La sistemazione della rosa, con il mercato che già ha visto dei movimenti in entrata ed in uscita di alcuni calciatori, è un altro tassello di questo cammino. Se Antonello Laneri, come ci ha confermato, riuscirà a trovare qualche giovane di qualità che sappia stare bene sulle fasce, nella trequarti avversaria, il quadro acquisterà ancora più certezza.
Salvatore Spallina