Siracusa. La Cassazione dissequestra il Centro Commerciale “Fiera del Sud”
Accogliendo il ricorso presentato dai legali del gruppo Frontino, la Corte di Cassazione ha disposto il dissequestro del centro commerciale denominato “Fiera del Sud”. I giudici della suprema corte hanno rilevato che il provvedimento adottato dal gip del tribunale di Siracusa, Andrea Migneco, e confermato dal tribunale del riesame di Siracusa, non abbia alcun nesso con il reato di truffa contestato agli imputati, il cui processo è in corso di svolgimento davanti al giudice monocratico, Franco Scollo.
Confermata la linea adottata dagli avv. Giuseppe Gullino e Mario Fiaccavento, che difendono le sorelle Frontino, e dell’avv. Corrado Adernò, che assiste, Rosa Gibilisco. I legali hanno sottolineato come il preteso reato di truffa non abbia alcuna attinenza con la costruzione del centro commerciale, realizzato dalla società Open Land che ha poi passato il ramo d’azienda alla Emmea del gruppo Frontino, ma nemmeno con la proprietà dei terreni. Atteso che i denunciati sono solo una parte di chi accusa gli imputati di avere eluso fraudolentemente i debiti contratti nei confronti dei subappaltatori che avevano realizzato le diverse opere infrastrutturali. La Cassazione ha valutato la presunta inadempienza degli amministratori di fatto e di diritto del centro commerciale in 2 milioni di euro non paragonabili con il valore dei terreni e degli immobili realizzati che ammontano a 22milioni di euro. La Procura generale aveva chiesto alla suprema corte di rigettare il ricorso della difesa ma così non è stato per cui il centro commerciale di viale Epipoli torna nella piena disponibilità dei proprietari.
Sequestro dell’infrastruttura che è avvenuto il 27 luglio dello scorso anno quando i militari della guardia di finanza di Siracusa hanno portato a termine l’operazione denominata “Fiera del sud”. Nell’inchiesta, coordinata dalla procura di Siracusa, la magistratura sostiene che i creditori di notevoli somme di denaro, corrisposte solo in minima parte dalla società appaltatrice, sarebbero stati indotti a proseguire e ultimare i lavori in subappalto, confidando sulle rassicurazioni e nelle artificiose rappresentazioni fornite loro dagli amministratori del gruppo imprenditoriale Frontino. Secondo le fiamme gialle lo scopo delle società del gruppo Frontino sarebbe stato quello di pervenire alla costruzione e all’apertura del centro commerciale sostenendo costi minimi, non onorando sostanzialmente i debiti verso terzi, e neutralizzando preventivamente la possibile azione giudiziaria dei terzi mediante l’intervento, quali cessionari dei contratti, di società incapienti, in modo da impedire ogni possibilità di recupero del credito vantato dalla società. Una tesi contrastata dalla difesa, in fase di processo ancora in corso di svolgimento.
di Redazione