Siracusa, la IV G del liceo Gargallo alle Catacombe di San Giovanni
Si è concluso il Percorso per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento della IV G del Liceo “T. Gargallo “di Siracusa. La classe guidata dalla professoressa Adriana Zirilli, tutor interno, e da Maddalena Giavatto, tutor esterno, ha sviluppato un percorso in due fasi: la prima nel contesto de ”Le vie dei tesori” volto a valorizzare siti e luoghi meno conosciuti della città di Siracusa come la Cappella Sveva e la Cripta di San Marciano; la seconda un approfondimento nella Siracusa cristiana nella basilica di San Giovanni, nelle catacombe di San Giovanni e nella cripta di San Marciano. Il prodotto finale, come previsto dal PCTO, è stato una visita guidata con risvolti inattesi per i visitatori: la Dirigente Scolastica, prof.ssa Maria Grazia Ficara, il DSGA dott. Giovanni Fronte, i genitori degli alunni e qualche “fortunato turista”. Chiara Miceli e Sara Di Mauro hanno presentato il percorso in spagnolo e italiano, poi hanno indirizzato il gruppo verso l’antica basilica di San Giovanni tra i resti di colonne doriche e i fregi pregiati spiegati in francese da Alessia Melluzzo. Il gruppo è stato guidato nella cripta di San Marciano, protovescovo di Siracusa che avrebbe fondato la prima comunità cristiana del mondo occidentale. La chiesa ipogea contiene gli affreschi rappresentanti San Marciano, Santa Lucia, la Vergine con il Bambino e altre figure di Apostoli illustrati in spagnolo da Daniele Parisi, in inglese da Alessia Forte e in francese da Clarissa Liotta. Elisa Arsì ha spiegato in spagnolo ed italiano la mappa delle catacombe costruite sul modello del castrum latino nel quale si individua una galleria principale chiamata “Decumanus maximus” da cui se ne diramano altre dieci. Il gruppo è entrato nei meandri delle catacombe che conducono a rotonde, antiche cisterne usate dai cristiani come cappelle; diversi sono i tipi di sepoltura, a loculo o ad arcosolio spiega Beatrice Colantuono, mentre Sara Bordonaro in inglese descrive il “refrigerium”, un rito pagano sopravvissuto in un luogo cristiano, che consiste nell’inserire un po’ di vino, latte o miele in piccoli fori presenti sulle lastre tombali nell’anniversario della morte del defunto; improvvisamente appare una ragazza con una tunica bianca Diodata, Francesca Aloscari, che si aggira nella galleria come se cercasse qualcosa, trova un piccolo altare poco visibile ad un occhio inesperto del luogo nel quale si inginocchia con volto mesto. I visitatori quasi smarriti da questa presenza vengono sollecitati dalle guide a seguirle verso la rotonda di Antiochia dove Sara Liotta e Giorgia di Grandi in perfetta sintonia alternano informazioni in francese ad altre in italiano. Proseguendo verso sud si incontra la rotonda Marina con Andrea Giganti che ne sottolinea le caratteristiche; il percorso diventa stretto e, in un piccolo tratto, è visibile un graffito con un monogramma e due barche stilizzate a forma di pesce che, come riferisce Salvo Munafò, indicano la tomba del vescovo Sarcosio. La rotonda di Adelphia è una delle più grandi e, mentre Chiara Miceli indica il luogo dove è stato ritrovato il sepolcro, da una galleria entra la stessa Adelphia, alias Sara Modicano, che racconta il ritrovamento del suo sepolcro da parte dell’archeologo Francesco Saverio Cavallari che si materializza fisicamente ai visitatori nella persona di William Montagnet come a voler essere sicuro della correttezza di quanto riferito dalla nobile donna, moglie del proconsole Valerio. Si prosegue verso una rotonda più piccola con diversi sepolcri; la luce è molto tenue e come in un’apparizione sembrano emergere dai loculi una vergine dai lunghi capelli biondi, Alessia Grillo, che in inglese racconta la storia della vergine Filomena e un’altra dai capelli neri Fotina, Nicoletta Castroianni, che in spagnolo narra di sé . Simona Arena conclude l’itinerario per i cunicoli delle catacombe con la tomba di Eusebio dalla forma rettangolare le cui caratteristiche sono riferite in inglese e italiano.
La risalita verso l’uscita è rapida, un altro gruppo è in attesa di iniziare il percorso; si ritorna alla luce del sole ma gli occhi hanno ancora impresse le immagini di Diodata, Filomena, Fotina e il profilo aristocratico di Adelphia; l’itinerario nella Siracusa cristiana termina tra applausi, abbracci e foto di gruppo.