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Siracusa, il linguaggio della politica passa agli insulti, offese, calunnie e querele, ma non è tutto marcio

Siracusa è stata colpita dalla mala politica, dalla corruzione, dalla cospirazione individuale, dagli insulti, dalle calunnie e dalle querele facili che sono diventati la normalità quotidiana. È l’immagine di una città allo sbando, corrotta, dove ormai nessuno s’indigna più di tanto e i cittadini hanno perso la fiducia anche dei propri leader storici. Uno stereotipo dove credere a priori che la politica genera automaticamente la corruzione. Nessuna meraviglia se la maggioranza delle persone non ha fiducia, non solo nei politicanti, ma anche nella politica in generale. Molti si rifiutano di votare, non credono più che il voto possa portare dei cambiamenti. Il disgusto ha preso il sopravvento. La pochezza insiste in quasi tutti i politici che cercano quelli che possono meritare la loro fiducia. Nessuna meraviglia se taluni pensano che il consiglio comunale vada rimpiazzato da un nuovo sindaco dittatore. Non ci sono alternative. La rassegnazione porta la gente all’abbandono della politica. Ciò peggiora le cose, perché in questo modo si lascia che gli interessi comuni sono gestire da politicanti preoccupati più del loro potere personale che degli interessi della collettività.

Nessuna condizione politica oggi a Siracusa è in grado di curare tutti i mali e i molteplici problemi accumulati che attanagliano la popolazione, vittima innocente di un gioco di potere forte e capace di condizionare persino l’azione giudiziaria. Credere che possa esistere una cura contro i mali è una delusione. La corsa in atto è verso la magnificenza per carpire la fiducia del popolo, magari imbrogliando le carte in tavola; troppi saltatori di banchi si sono fiondati nella mischia, dove traspare l’interesse di gruppi di potere completamente estranei alla politica. Appare chiaramente come gli interessi economici s’intrecciano con il potere politico per condizionarne l’azione e il lavoro.

I siracusani rischiano di pagare circa duecento milioni di euro per una lite dove ci sono interessi personali politico-mafiosi. Siamo nelle mani di nessuno; la città di Archimede è diventata un luogo, dove si ruba e si calunnia per niente, in un gioco al massacro. Il Vermexio è diventato il quartier generale del controspionaggio politico, dove si parla solo d’intercettazioni e registrazioni fai da te. Iene e leoni in un circo equestre dove i domatori aizzano le belve feroci contro il pubblico che nel caso sono i cittadini siracusani rei di essere nati qui dove i forestieri hanno fatto sempre nepotismo. Molti faccendieri laureati scrivono lettere e articoli che i politicanti di turno leggono e diffondono. Bramano per la conquista del potere per conto terzi e faranno qualsiasi cosa pur di conquistarlo: i soldi sul tavolo da gioco sono davvero tanti. Non abbiamo scoperto il nome del regista ma appare chiaro che si nasconde dietro mentite spoglie, dalla scrittura ordinata e puntuale. Qui Nessuno rappresenta più gli altri. È una politica sbagliata che ha prodotto danni su danni, con risultati davvero indesiderati, negativi per il popolo. Coloro che l’hanno messa in atto ne sono responsabili.  Volendo ridurre al minimo questi danni diretti e collaterali al plurale, occorre un colpo d’ala netto e deciso: tutti a casa e palla al centro. Il rischio che alla fine il conto da pagare è talmente salato da non poterlo più onorare. La decisione risolutiva è obbligata e si concreta nella comunicazione, da parte delle istituzioni, alla parte inadempiente che è il consiglio comunale attuale, di voler risolvere il contratto firmato con il voto popolare. Ma siccome l’onore non esiste più, allora bisogna rassegnarsi a questo squallido spettacolo che ha fatto ridere tutto il mondo; parlare di dimissioni, manco a dirlo, è tempo perso. Una poltrona anche se piccola è sempre un buon affare. Ma chi verrà a liberarci da questa trappola morale? Per fortuna non è tutto marcio, come “Le Iene” ci hanno malamente descritto; insiste ancora una maggioranza di uomini onesti, signori per bene e capaci di portare avanti la nobile politica dei fatti e che non sono e non vogliono scendere ai bassi livelli degli insulti volgari e cafoni che stanno girando dappertutto come in un cortile universale.

Concetto Alota

 

 

 

Un pensiero su “Siracusa, il linguaggio della politica passa agli insulti, offese, calunnie e querele, ma non è tutto marcio

  • La colpa è solo la nostra che non siamo in grado di riprenderci questo paese e lo mettiamo nelle mani di questi individui. E abbiamo visto quanto valgono. Comunque sono tutti al loro posto. Grazie iene!!

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