Politica

Siracusa, Mangiafico: “Cancellate oltre 300 opere pubbliche dal piano triennale dell’Amministrazione.

L’unica cosa che rende impossibile la realizzazione di un sogno – scriveva Paulo Coelho nel 1995 – è la paura di fallire”.
Quelle Amministrazioni comunali che abdicano alla costruzione collettiva di una “visione” della città hanno già fallito. Così è accaduto all’Amministrazione comunale uscente, dopo l’approvazione dell’ultimo Piano Triennale delle opere pubbliche 2021-2023. Così interviene sull’argomento Michele Mangiafico, ex vicepresidente del Consiglio comunale di Siracusa.
“Metto le mani avanti per onestà intellettuale. – dice Mangiafico – Spesso si è parlato di questo documento come un “libro dei sogni”, perché conteneva al proprio interno troppe opere che non avrebbero mai visto la luce. Rifiuto quella interpretazione perché ritengo che proprio l’unico modo per non far vedere la luce a tanti sogni della nostra città è quello di cancellarli dalla memoria dei documenti, attraverso un’operazione amministrativa di dubbia correttezza nel patto con gli elettori e con le loro aspettative.”
Il Piano Triennale delle Opere Pubbliche del Comune di Siracusa scende dai 574 milioni di euro del triennio 2020-2022 ai poco più di 142 del triennio 2021-2023. Con la deliberazione numero 2 del 10/03/2021, il Commissario Straordinario ha approvato, senza alcuna significativa modifica, la proposta dell’attuale Giunta Comunale di Siracusa – la numero 3 del 12/02/2021 – con cui sono “sparite” dal Piano Triennale delle Opere Pubbliche 312 (trecentododici) opere attese da anni dalla cittadinanza siracusana e ancora presenti nella deliberazione di Giunta numero 191 del 12/12/2019.
“Mentre il primo cittadino – accusa l’ex vicepresidente del Consiglio comunale – continua ad annunciare su alcuni organi di stampa, e senza sostanziale contraddittorio, il debito di un milione e mezzo di euro assunto sulle spalle della cittadinanza per coprire alcune buche in città, “cancella” d’un sol colpo dalla pianificazione che porta al 2023 le concrete aspettative dei siracusani: i marciapiedi di via Servi di Maria e di via Necropoli Grotticelle, la realizzazione di via Luciano Campisi a Belvedere, la riqualificazione urbana di contrada Palazzo a Cassibile, la realizzazione di via Monte Cervino alla Pizzuta, i lavori di riqualificazione urbana di via Pasquale Salibra, la manutenzione straordinaria e il rifacimento delle banchine di via Antonio Ascari, la ristrutturazione dei percorsi pedonali e il rifacimento delle ringhiere del lungomare di Ortigia, l’ampliamento del tratto iniziale di via Franca Maria Gianni dal viale Scala Greca, la piscina coperta della Cittadella dello sport, per citare solo alcuni significativi casi tra gli oltre trecento eliminati dal Piano triennale delle opere pubbliche, con il rischio che venga “cancellata”, la memoria storica di battaglie civili in Consiglio comunale, la definizione numerica dei costi, la loro pianificazione con relativo posizionamento.”
Su alcuni dei luoghi oggetto di progetti di riqualificazione fino al precedente Piano Triennale, Michele Mangiafico si è recato nei giorni scorsi per un sopralluogo effettuato con Valentina Blandini, Marco Pignatello, Alberto Restuccia.
“Aspettative disilluse dall’Amministrazione comunale uscente che troveranno nuova linfa nella prossima classe dirigente chiamata a guidare la città, ma che per questi ultimi due anni di mandato amministrativo non troveranno risposta, se non per qualche minima manutenzione ordinaria del manto stradale. – continua Mangiafico – Il rischio che chi verrà dopo gli amministratori uscenti possa ripartire da un Piano Triennale di sole ottanta opere, la maggior parte delle quali lontane dal sentimento che lega i siracusani alla realizzazione di quelle cancellate, c’è. Per questa ragione, abbiamo conservato gli atti, affinché coraggio, determinazione ed entusiasmo ci permettano di ripartire da dove ci eravamo lasciati”.
“All’Amministrazione uscente – conclude Mangiafico – lanciamo la proposta di mettersi in discussione e riportare nel Piano tutte le opere “cancellate”. Prendiamo atto che non abbiate voglia di farle, ma non aggiungete ritardi a chi le realizzerà dopo di voi.”

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