Siracusa, Open Land: assolti legale e dirigente del Comune
Diventa definitiva la sentenza di assoluzione nei confronti del legale del Comune capoluogo, avv. Nicolò D’Alessandro, e del dirigente dell’Ufficio urbanistica dello stesso ente pubblico locale, ing. Emanuele Fortunato, coinvolti entrambi in uno dei rivoli giudiziari in cui si è dipanata la complessa vicenda del centro commerciale di Epipoli. Il procuratore generale presso la Corte d’appello di Catania, infatti, ha rinunciato ai motivi d’appello a suo tempo proposti dal procuratore capo Francesco Paolo Giordano.
L’avv. D’Alessandro e l’ing. Fortunato erano stati già assolti in primo grado dal Gup del tribunale aretuseo dalle accuse a loro mosse: il primo era accusato di avere reso un parere ideologicamente falso alla commissione speciale per la vicenda Open Land, il secondo per avere sostanzialmente recepito quel parere. Il procedimento penale ha preso spunto da una determina in cui si attesta che il Comune di Siracusa nulla doveva alla società Open Land pur in presenza di una sentenza del 2013 del consiglio di giustizia amministrativa, che condannava il Comune a un maxi risarcimento a favore della ditta Open Land. Il Comune, però, aveva risposto nominando una commissione speciale che ha concluso la sua attività con l’approvazione della determina redatta dall’ingegnere Fortunato in cui si attesta che “nulla è dovuto alla ditta Open Land”. L’inchiesta è stata coordinata dall’ex pm Giancarlo Longo, il quale, in sede di udienza preliminare, aveva chiesto il rinvio a giudizio per entrambi, istanza non accolta dall’allora gip del tribunale aretuseo, Michele Consiglio.
Ieri mattina si è celebrata l’udienza davanti alla terza sezione della Corte d’appello di Catania in cui la Procura generale ha deciso di rinunziare ai motivi d’appello. Alla luce del verdetto di secondo grado, l’avv. D’Alessandro ha dato mandato ai suoi legali, avv. Bruno e Antonino Leone, “di verificare eventuali ipotesi di responsabilità, a qualunque titolo, anche nei confronti di coloro che in più occasioni si sono avventurati a dileggiarne la figura sui social, per procedere alla conseguente azione di risarcimento danni, da devolversi in beneficenza”.