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Siracusa. Piste ciclabili: l’effetto propaganda, pochi ciclisti e traffico impazzito 

Le piste ciclabili non sono affollate come si immaginava. Sono, purtroppo, pochissimi i ciclisti che le usano. Oltre al danno la beffa. Non ci voleva un indovino o un super esperto di traffico per immaginare che dimezzando le carreggiate in alcune strade principali di Siracusa, la circolazione delle auto sarebbe impazzita.

A parte le criticità registrate in generale, l’esempio lampante è nel tratto di viale Teracati, dove il traffico rimane bloccato su una sola corsia e non lascia spazio all’eventuale passaggio di ambulanze, vigili del fuoco e forze di polizia. Infatti, riaperte le scuole, chiuse la case al mare e il ritorno alla normalità, ai siracusani è toccato il supplizio dell’intasamento forzato già molto spiacevole nel passato, figuriamoci ora con la bravata dei saggi del Comune di Siracusa.

Alla fine si registra la fretta e il tempo utilizzato dalla giunta Italia, con il possibile sospetto alla profusione di una propaganda ecologista che ha portato ad approfittare delle strade deserte dell’estate per disegnarci velocemente piste ciclabili e strani parcheggi a spina di pesce, in modo da sottrarre ancora spazi ai siracusani per i quali trovare un posto auto è diventato ormai un terno all’otto.

Il traffico dunque è impazzito come ipotizzabile, largamente annunciato dalla stampa e sui social, con la riduzione importante di parte della carreggiata da inutili percorsi per biciclette e posteggi messi a sbarramento, di fatto, per pochissimi ciclisti.

L’articolo 3 del Decreto Ministeriale N. 557 del 30/11/1999, del Ministero dei lavori pubblici. G.U. n. 225 del 26/09/2000: Regolamento per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili, nella nota strumenti di pianificazione, riporta: “al fine di predisporre interventi coerenti con le finalità e i criteri anzidetti gli enti locali si dotano dei seguenti strumenti di pianificazione e di progettazione:
a) un piano della rete degli itinerari ciclabili, nel quale siano
previsti gli interventi da realizzare, comprensivo dei dati sui flussi ciclistici. Il livello di indagini preliminari e di dettaglio degli elaborati di piano deve essere adeguato alla estensione dimensionale della rete ciclabile e alla complessità del modello di organizzazione della circolazione delle altre componenti di traffico”.
“Occorre comunque procedere ad una verifica di compatibilità, soprattutto ai fini della sicurezza, con le altre modalità di trasporto;
b) i progetti degli itinerari ciclabili, previsti dal piano di
cui al punto a), che prevedano anche, ove necessario, la
riqualificazione dello spazio stradale circostante; in particolare, i progetti devono considerare e prevedere adeguate soluzioni per favorire la sicurezza della mobilità ciclistica nei punti di maggior conflitto con i pedoni e i veicoli a motore (intersezioni, accessi a nodi attrattivi, ecc.)”.

Una corsia stretta obbliga il traffico motorizzato a passare troppo vicino ai ciclisti, ma obbliga anche i ciclisti a tenersi troppo vicino al bordo della strada, dei marciapiedi o alle automobili parcheggiate. La conseguenza è una maggiore probabilità che anche una limitata manovra del ciclista per evitare un ostacolo provochi una collisione e gravi lesioni. Meditate.

Concetto Alota

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