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Siracusa, processo al promotore finanziario: assoluzioni e prescrizioni

Si è chiusa con una sfilza di assoluzioni il processo a carico dell’ex promotore finanziario Angelo Randone e di altri suoi collaboratori, finiti nel mirino della Procura aretusea per un maxi raggiro ai danni di numerosi risparmiatori. Il tribunale penale di Siracusa (presidente Carla Frau, a latere Concetta Zammitti e Carla Condorelli) ha emesso sentenza di assoluzione nei confronti del principale artefice della vicenda, il promotore finanziario siracusano Angelo Randone, e degli altri imputati Luigi D’Alessio, Gabriella De Grande, Giuseppe Midolo, Francesca Gambuzza, Francesco, Giuseppe e Concetta Satornino, Sebastiana Corso, Angela Cappuccio, Barbara Berritta, Luigi Campisi ed Emanuele Gambuzza. Lo stesso collegio ha dichiarato non doversi procedere per intervenuta prescrizione per alcuni capi d’imputazione attribuiti a Randone, e altri a carico di Luigi Berritta, Antonio Greco e Maria La Braca.

Il processo scaturisce da una vicenda che risale a 15 anni addietro. Anche il pubblico ministero Antonio Nicastro, già nel gennaio 2013, dettando la requisitoria, aveva sollecitato al tribunale un verdetto di non colpevolezza per Randone relativamente alle ipotesi di reato di cui era chiamato a rispondere, ovvero appropriazione indebita e ricettazione, per sopraggiunta prescrizione. E fu proprio il pm a ripercorrere le varie fasi dell’inchiesta, che scaturì dal fatto che Randone, ottenendo il mandato fiduciario prima da Bpl poi da Area Banca, era riuscito a incamerare i versamenti dei risparmiatori con la prospettiva di futuri guadagni per poi decidere di allontanarsi da Siracusa con un bottino di oltre 2 milioni di euro. Dopo la sua fuga, però, ha deciso di collaborare con la giustizia, ammettendo le proprie responsabilità e dichiarando di essere finito fra le grinfie degli usurai. Le sue dichiarazioni hanno aperto un fronte d’indagine ben più vasto nel quale sono finiti decine di persone, per molte delle quali le posizioni sono state chiarite nel corso degli anni e degli altri imputati, a vario titolo accusati di ricettazione.  Il pm Nicastro aveva chiesto, quindi, la condanna a 5 anni per Francesco Satornino, mentre aveva sollecitato l’assoluzione o l’estinzione del reato per sopraggiunta prescrizione per tutti gli altri imputati. A distanza di 4 anni da quella requisitoria, il tribunale ha chiuso la partita emettendo la sentenza che soddisfa la difesa rappresentata dagli avvocati Aldo Ganci, Sebastiano Troia, Giambattista Rizza, Luca Brandino.

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