Siracusa. Quei “Veleni alla Procura”: il Csm archivia tutto, ma l’onorevole Foti non ci sta
L’onorevole Luigi Foti non accetta la decisione del Csm, e passa al contrattacco. Il Consiglio superiore della magistratura ha emesso un verdetto di archiviazione del procedimento relativo a tre magistrati che hanno svolto servizio alla Procura di Siracusa. La notifica è pervenuta all’onorevole Luigi Foti, autore dell’esposto al Csm con tanto di nomi, fatti e circostanze tra i rapporti intercorrenti fra magistrati della Procura di Siracusa e alcuni avvocati. L’esposto di Foti risale al 21 dicembre del 2011, quando l’ex sottosegretario di Stato, in un clima fortemente avvelenato manifestava “preoccupazioni che le contiguità avrebbero potuto fuorviare un’inchiesta di grande rilevanza, attinente al sistema idrico integrato di Siracusa, all’epoca pendente davanti alla Procura”. Indicazione che non venne presa in considerazione dal Csm mentre nel febbraio del 2012 scattò la misura cautelare nei confronti di Luigi Foti nell’ambito della vicenda giudiziaria denominata “Oro blu”; processo di primo grado in fase di svolgimento, presso il tribunale di Siracusa. Misura restrittiva scattata a seguito della denuncia dell’avvocato Piero Amara, indicato nell’esposto al Csm “come uno dei soggetti contigui ai magistrati” e imputato in bancarotta per distrazione in concorso con i vertici della Sai 8. Episodio che fece scattare i famosi “Veleni alla Procura di Siracusa” e il seguito di una vicenda giudiziaria che dura ormai da dieci anni.
Foti non ci sta a subire siffatta condizione. E Ancora un volta, con un nuovo circostanziato esposto al Csm, tenta di far riemergere l’obiettività giudiziaria per un caso carico di misteri. Si dice fortemente amareggiato del lungo tempo trascorso per l’istruzione del suo precedente esposto, e tenta di riportare all’attenzione del Csm su una questione alquanto ingarbugliata. “Mi è stata comunicata – scrive Foti all’organo di autotutela della magistratura – l’archiviazione del procedimento perché un magistrato (Maurizio Musco) è stato radiato dalla magistratura, e gli altri sono, invece andati in pensione, Giuseppe Toscano e Roberto Campisi”.
Infatti, Scrive il Csm: “(…) l’archiviazione della pratica n. 716/RE/2011, in quanto il dott. Maurizio MUSCO non fa più parte dell’Ordine giudiziario, a seguito di rimozione, dal 7 luglio 2020, ed in quanto i dottori Ugo ROSSI e Roberto CAMPISI non fanno più parte dell’Ordine giudiziario, per intervenuto collocamento a riposo”.
“È fin troppo evidente – scrive ancora Foti – la mortificazione nel constatare un così grave e ingiustificabile ritardo con cui un organismo di così grande importanza abbia risposto alle segnalazioni articolate e documentate di un cittadino, senza essere pervenuti ad alcuna valutazione e decisione sul merito, sostanzialmente per il decorso del tempo. Ci si chiede quali siano stati gli incombenti, gli adempimenti e gli accertamenti svolti, che hanno ritardato così tanto l’inchiesta impedendone la decisione”.
Foti nel suo scrivere innalza sospetti per il ritardo del Csm al pronunciamento sul caso che lo stesso aveva sollevato a caldo nel 2011 e dubbiosità “anche in considerazione delle recenti inchieste che hanno coinvolto alcuni componenti del Csm dalle quali sono emersi inquietanti disfunzioni tali che hanno determinato la radiazione di un magistrato”.
Per la cronaca, il plenum del Csm ha archiviato anche gli esposti a suo tempo trasmessi dall’ex dirigente del commissariato di Augusta, Pasquale Alongi, dal direttore del periodico “La Civetta di Minerva”, Franco Oddo, e dall’ex sindaco di Augusta, Massimo Carrubba dell’avv. Nunzio Perrotta ex vice sindaco e assessore di Augusta, e da Fabrizio Monaco.
A volte la storia si ferma e torna indietro. Nel settembre del 2012, con un fascicolo denominato “Attacco alla Procura”, prendeva corpo un’inchiesta giudiziaria. Indagini, che erano iniziate nel 2010, per fatti collegati e scaturiti con il fascicolo denominato “Veleni in Procura” e di cui conosciamo le cronache, con fatti e misfatti, nomi, attori e registi. Ma, tutto è finito nel nulla. Per quei “Veleni alla Procura” e per quel fascicolo scaturito denominato “Attacco alla Procura”, nessuna condanna, ma solamente tante denunce, esposti, udienze, interrogatori, verbali, fascicoli. Tutti assolti i pochi finiti sotto processo, mentre per tanti indagati, l’archiviazione, dopo anni di attesa in “bagnomaria”, con spese, disagi e tanta amarezza.
Un’archiviazione figlia di tanti, troppi passaggi di mano tra le Procure di Siracusa, Messina e Reggio Calabria e il Csm. Alla fine, chi ha vinto? Nessuno! Ma allora chi ha perso? Tutti!
C.A.