Siracusa rimane tra i primi posti in Sicilia per lo spaccio di droga
L’opinione – di Concetto Alota –
Al di là della permeabilità nella moderna società falsa e cortese, il bisogno nasce dall’incapacità dei governi a tutti i livelli che non hanno saputo affrontare la tematica della mancanza di lavoro; pur spendendo montagne di soldi e convivere con la corruzione a tutti i livelli istituzionali. Uno Stato maligno che punisce ma non applica il diritto del cittadino sancito dalla Costituzione, come il diritto al lavoro, ad una vita civile e dignitosa, costringendoli a delinquere. a tutti i livelli che non hanno saputo affrontare la tematica della mancanza di lavoro; pur spendendo montagne di soldi e convivere con la corruzione a tutti i livelli istituzionali. Uno Stato maligno che punisce ma non applica il diritto del cittadino sancito dalla Costituzione, come il diritto al lavoro, ad una vita civile e dignitosa, costringendoli a delinquere.
Il blitz di ieri da parte dei carabinieri di Siracusa ha portato al sequestro di tre chili di droga (cocaina, crack e hashish) e 143mila euro in contanti. Trovati e sequestrati anche due fucili calibro 12, di cui uno con matricola abrasa. Scattati anche due arresti: un uomo e una donna. Per difendersi avevano messo in piedi un sistema di video-sorveglianza e una porta d’ingresso con una feritoia con vetri oscurati. A dimostrazione dell’elevata operatività degli spacciatori, all’interno di un’abitazione i carabinieri hanno trovato delle macchine conta-soldi.
Dal 2020 a oggi, nella sola città di Siracusa, i carabinieri hanno sequestrato oltre dieci chili di cocaina, per un valore complessivo di circa un milione di euro. “Il traffico di droga è l’attività criminale di maggiore interesse a Siracusa”, è quello che sostengono i militari dell’Arma.
L’ultima operazione dei carabinieri del Comando Provinciale di Siracusa ha inferto un duro colpo allo spaccio di droga nel capoluogo aretuseo; territorio che rimane per la pressione criminale tra i primi dell’intera Sicilia. L’intensificazione dei servizi di prevenzione e repressione dei reati in materia di stupefacenti e il quotidiano controllo del territorio ad opera delle Stazioni Carabinieri siracusane, hanno permesso di smantellare un punto di riferimento per lo spaccio della droga. Uno strano andirivieni di persone in una traversa di via Ermocrate (una volta denominata contrada Regina) che ha portato gli investigatori dei carabinieri ad ispezionare alcuni automobilisti in uscita dalla stradina e a sequestrare alcune dosi fra hashish e cocaina. Le successive indagini hanno permesso di scoprire una vera e propria piazza di spaccio “protetta” persino da un sistema di video-sorveglianza agli accessi per monitorare eventuali passaggi delle Forze dell’Ordine. Le telecamere, tuttavia, non erano l’unico strumento a difesa dei pusher. In un’abitazione ritenuta la base operativa della vendita dello stupefacente h24, avevano installato una porta di ingresso con una feritoia – per permettere il passaggio dello stupefacente – e vetri oscurati per poter riconoscere gli acquirenti senza essere visti dall’esterno.
La retata dei Carabinieri che, con il supporto dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia e del Nucleo Cinofili Carabinieri di Nicolosi, hanno passato al setaccio alcune abitazioni nei pressi della stazione ferroviaria. L’operazione si è conclusa con l’arresto di un uomo e una donna, la denuncia di due persone e il sequestro complessivo di: 2678 grammi di cocaina/crack, di cui una parte era già stata confezionata in ben 829 dosi; 205 grammi di hashish suddivisa in 118 dosi; 115 dosi di marijuana per un totale di 115 grammi; due fucili cal. 12, di cui uno con matricola abrasa; oltre 143000 euro in contanti, ritenuti provento di attività illecite.
All’interno di un’abitazione, gli investigatori hanno rinvenuto anche due macchine conta soldi, sia per i contanti che per le monete. Inoltre, con l’ausilio dei Vigili del fuoco di Siracusa sono state individuate e sequestrate 9 telecamere, installate lungo le vie limitrofe e collegate con una delle abitazioni nella disponibilità degli arrestati.
Al momento dell’irruzione dei militari, uno degli arrestati ha tentato di dileguarsi attraverso una botola ricavata dietro un armadio dell’abitazione, e poi sui tetti, ma è stato bloccato con in spalla uno zaino contenente droga, tra cui oltre 2 kg di cocaina, contanti e materiale per il confezionamento dello stupefacente.
Gli arrestati sono stati tradotti nella casa circondariale “Cavadonna” di Siracusa e “Piazza Lanza” di Catania.
A Siracusa, secondo uno dei tanti rapporto della Dia, i clan siracusani e i cani sciolti sono in ottimi rapporti con le ‘ndrine calabresi, soprattutto per il settore della gestione della droga. Un meccanismo ben consolidato di placet con scambio di affari e di favori, funzionale agli equilibri del territorio ed economici.
Per gli inquirenti il mercato della droga nella provincia di Siracusa è tra i più fiorenti della Sicilia; nei primi posti nell’Isola per numero di abitanti.
Tanti i consumatori di conseguenza parecchi gli spacciatori, come numerosi sono ormai i corrieri di stupefacenti sul campo che partiti dalla Calabria sono stati arrestati mentre trasportano stupefacenti in macchina verso Palermo, Catania o Siracusa. Gli investigatori sono certi che nel territorio siracusano circolino grosse somme di denaro destinati al traffico della droga con la copertura d’insospettabili imprenditori che preferiscono investire sul traffico degli stupefacenti: il rischio è grosso ma anche i guadagni sono ingenti.
Siracusa per lo spaccio della droga si “consorzia” dunque con la ‘ndrangheta ma resta in buoni rapporti con i clan di Catania. Gli arresti per il traffico della droga tra Siracusa e la Calabria, sono solamente un piccolo granello di sabbia nel grande universo degli stupefacenti. La droga sequestrata è appena il 10%. Nei fatti pratici, è stata sgominata solo una parte delle tante organizzazioni di grossisti e fornitori presenti nel territorio siracusano. I pusher in tutta la provincia si sono raddoppiati così come le squadre che in tutti i comuni della provincia si occupano della vendita al dettaglio della droga.
I risultati che i magistrati inquirenti della Dda di Reggio Calabria riportano nei verbali e nei decreti, parlando di “traffici illeciti, dove trovano riscontro nei rapporti allacciati con esponenti della realtà criminale siciliana”. Molti sono stati nel passato i corrieri siracusani arrestati nel territorio di Messina provenienti dalla Calabria da parte di polizia e carabinieri con i rispettivi gruppi operativi antidroga in servizio a Siracusa, in collaborazione con i colleghi messinesi e calabresi.
Il fatturato del crimine in Italia. L’indicazione affiora tra le righe dell’ultimo rapporto di Unodc, “Una stima dei flussi finanziari del traffico di droga e di altri crimini organizzati transnazionali”, reso pubblico il 25 ottobre. Nelle 140 pagine del report i passi relativi all’Italia sono tanti. E tutti impressionanti. A partire dal dato più grave, il volume d’affari generato dal traffico di droga, di esseri umani e di armi e dallo smaltimento illegale dei rifiuti: 116 miliardi di euro l’anno, evasione esclusa. È l’equivalente del 7,7% del Pil nazionale, una cifra addirittura superiore alla media dei ricavi criminali nei Paesi in via di sviluppo (6,8%). Unodc giunge a questo risultato dall’analisi dei rapporti di varie organizzazioni, tra cui Sos Impresa, consorzio «di uomini d’affari riunitisi per difendersi dal racket mafioso». I numeri dell’associazione italiana sono superiori ai 116 miliardi segnalati da Unodc e toccano i 135 miliardi, l’8,9% del Pil. In Italia la piaga del crimine «è forse la più estesa in Europa. Nondimeno, quanto sono realistiche queste stime?», ci s’interroga nel rapporto. Lo sono, conferma Unodc, anche se leggermente inferiori a quelle di Sos Impresa di circa 20 miliardi. In pratica, l’Onu concede il suo imprimatur alle indagini dell’associazione anti-racket nata a Palermo nel ’91. In Italia, nel 2009, 60 miliardi di euro sarebbero stati garantiti ai criminali dal traffico di droga, 6 da quello delle armi, 15 dall’usura, 9 dal “pizzo”, 16 miliardi dalle “ecomafie”, 1,2 dal contrabbando, 7 da appalti e forniture. Le proporzioni del fenomeno criminale in Italia appaiono in tutta la loro gravità se confrontate con altri Paesi: tralasciando l’evasione fiscale, i proventi delle associazioni a delinquere negli Usa arrivano al 2,3% del Pil, all’1,2% nel Regno Unito, all’1,5% in Australia e all’1,3-1,7% in Germania e Olanda. Tutti ben lontani dal “record” italiano, ma guadagni comunque sicuri perché a livello mondiale «solo l’1% dei profitti del crimine ripuliti attraverso il riciclaggio vengono sequestrati e congelati».
Siracusa un tempo ordinata, pulita, combattente e potente, patria della cultura, con tante bellezze e natura, oggi è prigioniera della droga tra i primi posti per consumo di stupefacenti in Sicilia. E tutto questo avviene attorno ad una stratificazione sub-culturale pseudo-mafiosa e cafona. Non mancano gli atteggiamenti da boss tra il serio e il ridicolo. Confermano tale siffatta condizione, angoli impietosi di degrado che i siracusani vedono ormai tutti i giorni con cumuli di spazzatura nell’indifferenza generale, così come il fenomeno dei parcheggiatori abusivi; si sparano fuochi d’artificio ogni notte a mezzanotte in diverse zona della città. I residenti chiedono perché, ma la risposta è il silenzio, in una sorta di zona franca. In diverse zone della città si registrano traboccanti e vistose angherie tra degrado e malandrinate che assommano una condizione di sub cultura da bulli, con allo sfondo la soverchieria nei confronti dello Stato; una sorta di mafiosità per incutere paura e rispetto tra minacce e inciviltà ai civili e onesti cittadini. Non siamo in un’ambiente sicuro; piaccia oppure no, è la pura verità. Si registrano continue fughe di notizie e riverberi appartenenti ad una sub cultura di basso profilo sociale, con il sospetto che pezzi delle istituzioni possano essere in “buoni rapporti” con uomini della malavita e non solo.