Siracusa, sequestrate statuette in avorio commercializzate abusivamente
I Carabinieri del Nucleo CITES di Catania, coadiuvati dai colleghi della Stazione di Siracusa – Ortigia, nei giorni scorsi, durante mirati controlli finalizzati al contrasto e repressione del commercio di specie tutelate dalla Convenzione di Washington, hanno sequestrato alcuni monili in avorio in un esercizio commerciale nel centro storico di Ortigia. La legge vieta il commercio sia delle specie che dei manufatti da essi derivati, ammettendosi il loro commercio senza restrizione qualora l’avorio sia stato ricavato e lavorato prima del 1947. La Convenzione di Washington del 1973 vieta l’abbattimento degli elefanti, ammettendosi il commercio solo dell’avorio antico.
Il Regolamento comunitario n. 338 del 1997 legittima la detenzione di esemplari e derivati tutelati dalla Convenzione, in quanto integrati in elenchi definiti, solo se in possesso di appositi certificati che attestino che la detenzione degli esemplari non determini rischio alla sopravvivenza della specie; viene ammessa una deroga al divieto della loro commercializzazione a condizione che siano lavorati e acquisiti da oltre 50 anni prima dell’entrata in vigore del medesimo Regolamento comunitario. E’ ammesso solamente il commercio dell’avorio antico, in quanto l’abbattimento degli elefanti è impedito dalla Convenzione di Washington del 1973 e l’avorio, in possesso di apposite certificazioni, è commercializzabile solo se antecedente al 1990.
Per 37 dei monili controllati il titolare non è stato in grado di esibire né i certificati né la prova della loro lavorazione e acquisizione in data precedente il 1947, pertanto i militari hanno proceduto al loro sequestro, deferendo il titolare alla Procura della Repubblica di Siracusa. Si tratta di monili, raffiguranti animali o motivi floreali, di dimensioni fino a 10 cm proposti in vendita per un valore complessivo di ca. 14.000 €.
In Europa si registra tuttora un commercio abusivo molto cospicuo di avorio, la cui provenienza illegale deriva dalle attività di bracconaggio condotte in numerosi Paesi di origine degli elefanti, in particolare la zona africana subsahariana i cui ambienti di savana sono peraltro sollecitati da sempre più frequenti e durature crisi idriche.
La specie, che attualmente si stima in un numero complessivo di 350.000 esemplari, è a forte rischio di estinzione e in passato ha dovuto subire la perdita, a causa del bracconaggio, di circa 30.000 esemplari in un solo anno.
La destinazione massiccia dell’oro bianco è in particolare verso i Paesi dell’Asia orientale dove vengono alimentati lucrose reti commerciali abusive che fanno perno anche sul commercio illegale di corni di rinoceronti.