Siracusa, sequestrati beni per 40 milioni ad amministratore Unigroup
Su proposta di questa Procura della Repubblica, i Finanzieri del Comando Provinciale di Catania, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.), hanno eseguito un provvedimento di applicazione di misura patrimoniale, emesso dal Tribunale etneo, Sezione Misure di Prevenzione, finalizzato al sequestro di attività commerciali, immobili, beni mobili registrati e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di circa 40 milioni di euro, riconducibili a Roberto Cappuccio, 53 anni, arrestato nell’operazione “Beta” per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Cappuccio Roberto è amministratore di fatto dell’Unigroup Spa., impresa siracusana che distribuisce prodotti alimentari a bar, esercizi pubblici, ristoranti e grande distribuzione.
L’imprenditore figurava tra i 30 indagati, a vario titolo, per associazione mafiosa, estorsione, corruzione, trasferimento fraudolento di valori, turbata libertà degli incanti, esercizio abusivo dell’attività di giochi e scommesse, riciclaggio e reati in materia di armi che nel luglio del 2017 furono raggiunti da misure restrittive nell’ambito dell’operazione Beta. In tale contesto, emergeva, secondo gli investigatori, la contiguità di Roberto Cappuccio al clan Santapaola-Ercolano.
Il Tribunale di Messina nel riesaminare l’ordinanza applicativa della misura cautelare ha descritto – anche sulla base di riscontrate dichiarazioni di collaboratori di giustizia -come Cappuccio avesse intessuto rapporti economici di cointeressenza, già negli anni Novanta, con esponenti del clan siracusano “Bottaro- Attanasio”. E grazie al «rapporto privilegiato con la criminalità organizzata di stampo mafioso» era riuscito ad «affermarsi nel mercato delle forniture alimentari della Sicilia orientale in posizione dominante». Gli inquirenti lo accusando di aver acquisito – insieme con un familiare, partecipazioni societarie da Ernando Di Paola, 51 anni, soggetto condannato per associazione mafiosa per la sua appartenenza al clan “Bottaro- Attanasio” per fatti commessi dal 1990 al 2002.
I complessi accertamenti patrimoniali eseguiti hanno permesso di tracciare analiticamente il profilo di Cappuccio, di ricostruire il complesso quadro di imprese da lui di fatto gestito individuandone gli asset patrimoniali illecitamente accumulati nonché l’acquisizione di beni privati con risorse finanziarie di provenienza illecita: in pratica comprò una barca, una grande villa, due villette, un’auto e altri immobili senza che avesse i soldi per farlo, rispetto ai redditi dichiarati al fisco a partire dal 1997.
Il patrimonio sequestrato oggi dalle Fiamme Gialle etnee – per un valore di circa 40 milioni di euro – è costituito da 2 fabbricati (tra i quali una villa di 10 vani con piscina situata a Siracusa), 32 rapporti bancari, un bene mobile registrato (un’autovettura del valore commerciale all’acquisto di circa 50.000 euro) nonché le seguenti imprese:
– “UNIGROUP S.P.A.”, con sede in Melilli (Siracusa), esercente l’attività di “commercio all’ingrosso di generi alimentari, prodotti lattiero-caseari, bevande e bibite alcooliche ed analcooliche, prodotti surgelati” attiva dal 2004, ultimo fatturato dichiarato di 31 milioni di euro;
– “FAMILY GROUP S.R.L.”, con sede in Siracusa (Siracusa), esercente l’attività di “somministrazione di alimenti e bevande. Bar”; attiva dal 2015, ultimo fatturato dichiarato di 891.000 euro; alla predetta società commerciale sono riconducibili, oltre al “Resort Cala Petra”, rinomate attività di ristorazione nei centri di Ortigia e Fontane Bianche;
– “BE.CA. S.R.L.”, con sede in Siracusa (Siracusa), esercente l’attività di “agenti e rappresentanti di altri prodotti alimentari; tabacco”; attiva dal 1994, ultimo fatturato dichiarato 36 mila euro.