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Siracusa, Susy Marsala a “Blu notte”: prescrizione per il direttore di Rai 3

Il direttore di Rai 3 Paolo Ruffini e la responsabile dell’unità organizzativa “Informazione e approfondimenti di Rai 3”, Annamaria Catricalà, si sono visti notificare la sentenza di non luogo a procedere per sopraggiunta prescrizione per il reato di diffamazione a mezzo stampa. La sentenza è stata emessa ieri mattina dal Gup del tribunale di Siracusa, Michele Consiglio, a conclusione del processo intentato da Filippo Barbagallo, il cognato di Susy Marsala (nella foto), che ha ritenuto lesiva della propria dignità la pubblicazione di un servizio giornalistico andato in onda su “Blu Notte” il 13 febbraio 2007.
La sentenza è pervenuta dopo che anche il pubblico ministero, Tommaso Pagano, e il legale difensore, l’avvocato Mario Casellato del Foro di Roma.
La vicenda risale a sette anni addietro, quando nell’ultima fascia oraria fu mandata in onda una replica di “Blu notte”, in cui si rievocava il mistero della morte di Assunta Marsala, la giovane sracusana, il cui cadavere fu ritrovato il 2 gennaio del 2000 nelle campagne di contrada Epipoli.  Essendo una replica dello servizio andato in onda nel 2001, quel reportage non includeva l’evoluzione processuale a favore dell’imputato, proprio quel Filippo Barbagallo, che, guardando la puntata, si sentì diffamato. Per l’accusa, rapresentata allora dal sostituto procuratore Claudia D’Alitto, c’erano tutti gli estremi per intentare un procedimento penale a carico del direttore di Rai 3 e per la programmatrice della rete. In effetti, tra la messa in onda del primo servizio e la replica del 2007 è intervenuta la sentenza di assoluzione, emessa dalla Corte d’Assise di Siracusa, che mandò assolto l’imputato ritenendolo estraneo a quello che fu presentato come un caso di omicidio. Quel caso ancora oggi è rimasto senza un colpevole. Due anni fa, l’avvocato Antonio Lo Iacono, legale della famiglia Marsala, presentò una serie di ulteriori elementi probatori, chiedendo alla Procura della Repubblica di Siracusa di riaprire il fascicolo, affidato al sostituto procuratore Antonio Nicastro che invece ha definitivamente archiviato il caso.

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