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Società. Come e dove viviamo. Il Siracusa Calcio e il fallimento della politica

Il Siracusa calcio non si iscrive al campionato di serie “C”. E non è la prima volta che succede. Un film già visto con un finale triste; si tratta di una passione forte, assodata, sentita, sofferta quella per le competizioni sportive tra le squadre di calcio. La dirigenza del Siracusa Calcio ha gettato la spugna. I motivi sono da addebitare anche al fallimento della politica siracusana.

Ed ecco che vale la pena riportare la sintesi che il presidente di Assindustria Siracusa, Diego Bivona, sfiora la vicenda in maniera diplomatica, magistralmente, nell’intervista rilasciata all’emittente televisiva, Teleuno tris. Bivona, nella sintesi, invita la classe politica siracusana a rivedere i rapporti con il territorio, coinvolgendo la politica e l’informazione nel necessario e obbligato riflesso socio economico tra le parti in causa, dal punto di vista dell’interesse comune. Come a voler dire, senza la collaborazione di tutte le parti in causa, non ci potrà essere un valido risultato collettivo. L’esempio rimarca la condizione antica quanto valida del rapporto a ventaglio tra la politica, l’imprenditoria, quale unica condizione di sviluppo, piaccia oppure, con lo sport e il suo rapporto diretto con i rappresentanti del governo locale, per collegarsi a sua volta al sociale. Troppo spesso, infatti, chi amministra la cosa pubblica ignora un settore socialmente importante come quello sportivo per poi salire sul carro dei vincitori in caso di successi nelle competizioni più importanti.

È anche vero, però, che lo sport non è l’unico campo trascurato dalla politica siracusana; questo ha, infatti, compagni eccellenti come la Sanità, l’Istruzione, la raccolta dei rifiuti, la gestione del cimitero, del verde pubblico e del decoro della città di Archimede, e tanto altro ancora. A questo punto, l’unica conclusione possibile è che la scarsa considerazione di cui gode lo sport in seno alla politica siracusana, sia dettata non tanto da una scelta coscienziosa, ma da un’incapacità di gestire tutto ciò che rientra negli interessi dei cittadini, della gente siracusana, solidalmente e illimitatamente.

Occorre ricordare ai nostri politici che lo sport, oltre a garantire il benessere fisico di chi lo pratica, svolge delle funzioni fondamentali dalle regole sociali, favorendo il rispetto dell’altro, la lealtà e l’onore delle armi.

Nel passato il boss politico di turno si faceva carico della sorte della squadra del Siracusa calcio, con risultati eccellenti, come il grande Graziano Verzotto, Concetto Lo Bello, i sindaci Foti, Salvo e Bufardeci e tanti altri ancora. Dopo di che, il vuoto, il silenzio.

Una culpa in vigilando per l’attuale sindaco Francesco Italia; custode di fatto dello scrigno che rappresenta la città di Siracusa. Doveva convocare i dirigenti del Siracusa Calcio e concordare in tempo utile una strategia, appurata l’insolvibilità, magari coinvolgendo la classe imprenditoriale siracusana, Assindustria compresa, affiancando nel caso anche altri soggetti in grado di far tornare i conti.

Nel calcio e nelle discipline sportive in generale i sindaci vigilano nel mondo dello Sport per gli effetti sociali che ispira; e non stiamo considerando lo sport minore che a Siracusa non decolla. È questa la sconfitta di tutti, nessuno escluso.

Concetto Alota

 

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