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Società. Cresce l’uso delle droghe insieme alle alterazioni cerebrali

Cresce in maniera esponenziale l’uso della droga tra i giovani. Dapprima è un modo come un altro per divertirsi o uscire dalla vita monotona di tutti i giorni e stare così, liberi. Secondo una ricerca sociale in tal senso si registra che il più delle volte i genitori sono pericolosamente assenti dalla vita dei propri ragazzi lasciandoli in preda al nettare del diavolo. Più del quaranta per cento dei ragazzi donne e uomini di età compresa tra i tredici e i trent’anni, considerano l’uso di droghe una parte integrante della propria vita, un piacevole svago, mentre il trenta per cento si diverte sotto l’effetto della droga solo perché lo fanno tutti; purtroppo questa percentuale sale di molto fra i minorenni, mentre solo una sparuta minoranza lo giudica un modo di divertirsi abbastanza spinto, quindi pericoloso. In particolare tra i giovani intorno ai venticinque anni, la droga è uno strumento per uscire dalla monotonia della vita quotidiana e lo fa per stare bene insieme ai propri amici di tutti i giorni, qualificandolo come un sano e gradevole divertimento. Il grave problema rimane nell’età giovanile, tra i tredici e i vent’anni, dove un’alta percentuale ritiene il divertirsi in compagnia, o da soli, come fosse la cosa più importante della propria vita, a fronte di un futuro ancora incerto e difficile da capire, programmare. Per circa il cinquanta per cento divertirsi è trasgressione, e per una buona parte è un fatto molto più piacevole andare contro le regole dell’attuale malata, maligna e corrotta società. Quanto all’uso di sostanze droganti, alcool e nicotina compresi, si deve evidenziare come l’uso smodato di stupefacenti nella generalità, compreso la cocaina, siano più diffuse tra i maschi, mentre ecstasy e droghe sintetiche sono preferiti dal gentil sesso.

Per i giovani consumatori di cannabis, pasticche e cocaina, sembra proprio che lo sballo rientri nel necessario bisogno dei ragazzi di divertirsi, come se fosse un atto dovuto, poiché non riescono a trovare altri piacevoli svaghi, o giochi. Atro tema caldo è l’impressionante consumo; secondo l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, nello scorso anno in Italia sono state sequestrate circa 80 tonnellate di stupefacenti, contro un consumo cento volte tanto e un fatturato di oltre 24 miliardi di euro e circa 5000 spacciatori di strada.

La liberalizzazione delle droghe leggere è ormai un argomento d’attualità in ogni luogo della nostra società; persino diversi consigli comunali hanno provato a smarcare la strada per l’uso libero della droga. Ma la Cannabis, che è considerata droga leggera nell’immaginario collettivo, è invece pericolosa. Una parte della magistratura e gli oncologi bocciano senza possibilità d’appello la proposta di legge bipartisan presentata in parlamento per la sua legalizzazione. I danni causati dall’uso di droghe leggere in realtà molto sono pesanti per i danni che creano all’organismo umano. La legalizzazione della droga leggera ci riporta, come per le sigarette, alla liberalizzazione nella quantità di principio attivo, veleno, della cannabis consumata che è passata dal 6% degli anni ’70 al 50-80% di oggi. Non esistono droghe leggere, e la cannabis è la superpotente, modificata, ed è spacciata soprattutto fra i giovani e giovanissimi che la usano senza sapere i rischi che corrono. Chi fuma marijuana, chi ha questa abitudine, danneggia gravemente i propri polmoni e aumenta il rischio di cancro, danneggia le facoltà cognitive come l’attenzione e la memoria ed aumenta conseguentemente il rischio di incidenti stradali. Nella nostra società moderna si è andata sempre più evidenziando una sorta di accettazione, quasi ineluttabile, delle droghe in generale; vediamo quello che è successo nello sport e all’uso degli anabolizzanti. Ma se esiste il fumo di sigaretta e se esiste l’abuso dell’alcool, non è possibile accettare il principio che per non fare delle differenze devono essere approvate anche il fumo della marijuana e le altre droghe cosiddette leggere.

La marijuana, a differenza del tabacco che crea il cancro ai polmoni, può provocare alterazioni cerebrali, senza escludere effetti a medio e lungo termine sulla funzionalità del cervello e sul sistema immunitario. Combattere contro ogni tipo di droga è senz’altro consigliabile e obbligatorio nella società moderna che tenta a disgregarsi. Bisogna rimettere in primo piano la figura della persona umana con i suoi inalienabili diritti e le debolezze, e non i proclami populistici e liberisti della sporca politica che non porteranno nulla di positivo se non una maggiore insicurezza e profondi conflitti sociali, oltre ai danni agli esseri umani. Debolezze che ci portano ad essere capaci di avere più attenzione verso il diavolo che del buon Dio creatore. Gli antiproibizionisti ritengono che la depenalizzazione della marijuana sia l’unica soluzione in grado di contrastare realmente la criminalità organizzata e la tossicodipendenza. Secondo tale tesi, una legislazione permissiva assicurerebbe enormi entrate fiscali allo Stato e consentirebbe una maggiore prevenzione verso le categorie più esposte ai rischi della droga, come minori e adolescenti. Il riflesso è semplice: l’istituzione di un libero mercato della droga leggera o una commercializzazione controllata della sostanza da parte dello Stato, invece che dalla mafia. Il dilemma è Scegliere da che parte stare.

Concetto Alota

 

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