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Solarino, decadenza consiglio comunale: in sei ricorrono al Tar

La decadenza del consiglio comunale di Solarino approda al Tar di Catania. Gli ex consiglieri comunali Giuseppe Pelligra, Carmelo Carpinteri, Salvatore Oliva, Concetta Pricone, Sebastiano Scorpo ed Emilio Terranova hanno dato mandato all’avvocato Salvatore Virzì di proporre ricorso al tribunale amministrativo regionale contro la Presidenza della Regione, l’assessorato regionale alle Autonomie locali che hanno dichiarato decaduto il consiglio comunale con la nomina di Pio Guida a commissario straordinario.

I ricorrenti hanno chiesto al Tar, in via cautelare, di sospendere l’efficacia esecutiva degli atti impugnati o, in alternativa, decidere con sentenza in forma semplificata e quindi in tempi celeri. I fatti attengono allo scorso anno e si riferiscono alla presentazione delle dimissioni da parte di sei consiglieri comunali che hanno determinato il presidente della Regione ad emettere, lo scorso mese di dicembre, un decreto di decadenza del civico consesso solarinese sul presupposto che “le dimissioni predette hanno determinato la riduzione della composizione del Consiglio comunale in misura tale da non consentire il raggiungimento del numero legale minimo per la funzionalità dell’organo”.

I consiglieri che hanno fatto ricorso al Tar sostengono che nell’emettere il decreto sia stato commesso un errore di interpretazione da parte dell’assessore regionale alle Autonomie locali, convinto che le dimissioni dei sei consiglieri avviano determinato la riduzione della composizione del consiglio in misura tale da non consentire ilo raggiungimento del numero legale minimo per la funzionalità dell’organo elettivo.

I ricorrenti sottolineano che “poiché il numero dei consiglieri comunali assegnati al Comune di Solarino è pari a 12 (dodici), la “maggioranza assoluta” corrisponde a 7 (sette) consiglieri, cioè il numero dei consiglieri assegnati (12), diviso 2, più una unità”. Ciò avrebbe determinato il fatto che “pur avendo perduto la metà dei consiglieri assegnati, in conseguenza delle loro dimissioni – era, comunque, nella possibilità di surrogare i soggetti dimissionari, cosi conservando il quorum strutturale dell’organo, sufficiente all’esercizio di tutte le funzioni attribuitegli dall’ordinamento”. La questione, insomma, passa al vaglio del tribunale amministrativo.

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