Sovrintendente sospeso, gli ambientalisti in Procura
Dopo quelli alla Procura ecco spuntare i veleni alla Sovrintendenza ai beni culturali di Siracusa. Vengono iniettati a dosi massicce nel corso dell’ultimo anno, da quando cioè è scoppiata la grana del Sovrintendente Orazio Micali, defenestrato dall’allora assessore regionale ai beni culturali, Maria Rita Sgarlata. Contro tale decisione ci sono state manifestazioni in piazza Duomo da parte di rappresentanti del mondo imprenditoriale, solidali con il sovrintendente dimissionato. Di contro, le associazioni ambientaliste hanno espresso la loro soddisfazione per la nomina della dottoressa Beatrice Basile al posto di Micali, ritenendola più idonea e sensibile ad affrontare problemi importanti come la perimetrazione del parco della Neapolis e il piano paesaggistico della provincia di Siracusa.
Quello che doveva essere un normale avvicendamento al vertice di una delle più importanti sovrintendenze della Sicilia si è trasformato ben presto in un caso giudiziario ed un intrigo politico. Micali ha ottenuto dal giudice del lavoro la reintegrazione, nei fatti mai avvenuta, mentre lo scorso mese di agosto è pervenuta la sospensione della sovrintendente Basile a seguito dell’ispezione avvenuta qualche settimana prima, disposta dal dirigente regionale all’Assessorato regionale ai Beni culturali.
Le motivazioni della rimozione della sovrintendente sono spiegate in un messaggio postato sui social network dall’ingegnere Massimo Riili, presidente di Ance Siracusa, tra i promotori delle iniziative a sostegno di Micali. Riili sostiene che la Basile abbia operato una discriminazione avallando con il proprio assenso l’installazione di una piscina non interrata nella villa a meno di 150 metri dal mare, di proprietà dell’assessore regionale all’Ambiente Sgarlata.
Il movimento ambientalista minimizza l’episodio ed anzi lo annovera come un atto di killeraggio politico. Lo fa il “Comitato per la Salvaguardia delle Mura Dionigiane”, recapitando al governatore Crocetta una lettera con la quale bolla come “sciocchezze strumentali” le motivazioni della sospensione della soprintendente, ponendo “in cattiva luce l’assessore Sgarlata per avere richiesto ed avuto assentito un risibile manufatto precario in area costiera da parte di chi ha consentito e tollerato tutte le deturpazioni immaginabili, ed è grave che il dirigente abbia consentito che dal suo ufficio uscisse quel dossier negato soltanto alla stessa diretta interessata, senza consentirle di difendersi”.
Si muove anche il movimento dei Verdi, i cui rappresentanti locali sono stati ricevuti questa mattina dal Procuratore capo Francesco Giordano, al quale hanno espresso le loro perplessità ma soprattutto hanno sporto una denuncia.