Sparatoria in via Carradore, il ferito aveva risposto al fuoco
Nonostante il racconto dei protagonisti, lunedì della scorsa settimana in via Carradore ci fu un conflitto a fuoco. Lo hanno scoperto i carabinieri del nucleo operativo che hanno approfondito le indagini e arrestato anche la persona rimasta ferita alla gamba e un suo amico che lo avrebbe aiutato a nascondere la pistola.
Per Sebastiano Cassia di 35 anni, siracusano, rimasto ferito nell’agguato del 30 maggio, e un cinquantenne entrambi siracusani e già noti agli ambienti giudiziari sono stati destinatari di un’ordinanza di applicazione misure cautelari in carcere e agli arresti domiciliari emessa da Gip del Tribunale di Siracusa, su richiesta del pm Gaetano Bono. Sono ritenuti responsabili, il primo di tentato omicidio e detenzione e porto illegale di arma da sparo e munizioni e il secondo di detenzione e porto illegale di arma da sparo e munizioni.
L’attività d’indagine condotta a seguito del ferimento di Cassia avvenuto davanti all’istituto scolastico “N. Martoglio”, aveva già permesso di arrestare e sottoporre, dopo la riqualificazione del reato contestato, agli arresti domiciliari, per lesioni personali aggravate il 42enne Leonardo Adamo, che ha ammesso le proprie responsabilità e ha fatto ritrovare la pistola, illegalmente detenuta, con la quale aveva sparato un colpo in direzione della gamba destra del cugino.
Gli approfondimenti compiuti per chiarire tutti i dettagli della vicenda, scaturita da dissidi di natura passionale, hanno permesso di accertare la vera dinamica dell’accaduto e le responsabilità di Cassia, in un primo momento apparso agli inquirenti solo parte offesa nonché di un ulteriore soggetto, e del complice.
Stando alla nuova ricostruzione scaturita dalle attività investigative, il 30 maggio Adamo si sarebbe recato sotto casa di Cassia per un chiarimento a seguito di dissidi di natura passionale. I due si sarebbero ritrovati per strada a bordo di due scooter, entrambi armati di pistola.
Poco dopo, Adamo avrebbe sparato un colpo con la pistola in suo attingendolo alla gamba. A quel punto, anche Cassia avrebbe risposto al fuoco, sparando almeno quattro colpi in direzione della schiena e della testa del rivale e, non potendosi dileguare in quanto rimasto ferito, avrebbe dato incarico al 50enne di allontanarsi con lo scooter portando con sé la pistola cal. 22 in modo da eludere le indagini e di accreditare la versione della aggressione unilaterale fornita in un primo momento.